FEDERICA PACELLA
Cronaca

Schiave invisibili a Brescia: 7 vittime denunciano prostituzione nascosta e caporalato fantasma

Brescia, hanno aderito al progetto “Mettiamo le ali“ realizzato da Lule. Solo in provincia sarebbero 113 le vittime di tratta. Il numero cresce

PROSTITUTE IN VIALE PIAVE. Oggi 18 settembre 2012 a Brescia Ph Fotolive Richard Morgano

PROSTITUTE IN VIALE PIAVE. Oggi 18 settembre 2012 a Brescia Ph Fotolive Richard Morgano

BRESCIA – Invisibili che diventano prede facili per gli sfruttatori: nel Bresciano in sette hanno aderito al progetto di emersione dalla tratta e dallo sfruttamento. Il numero non è affatto piccolo, considerando che è il risultato parziale, del solo periodo tra marzo e dicembre 2024, del progetto “Mettiamo le ali“, finanziato nell’ambito del Bando Antitratta Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, realizzato da Lule Onlus (capofila del progetto) insieme a una rete di enti attuatori. Il progetto riguarda sette province lombarde, tra cui, appunto quella Bresciana, dove è coinvolto anche il Comune e la Polizia locale.

Alla vigilia della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani istituita dalle Nazioni Unite, il 30 giugno, il resoconto evidenzia che, nel Bresciano, il lavoro di emersione rivolto alle potenziali vittime di tratta e grave sfruttamento (svolto da Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione) ha raggiunto 113 persone, di cui 49 richiedenti o titolari di protezione internazionale. Sette hanno aderito al progetto: un numero che è solo la punta di un iceberg di un fenomeno molto più ampio, ma che è in crescita rispetto agli anni passati.

Grazie anche a questo progetto, sono infatti aumentate le persone che accettano di denunciare soprattutto situazioni di sfruttamento lavorativo di cui sono vittima. Dall’altra parte, invece, resta la grande difficoltà di intercettare le possibili vittime nei luoghi dello sfruttamento, a causa della prostituzione indoor, del caporalato ‘invisibile’ in proprietà private e dell’uso di tecnologie. Fragilità documentale e abitativa sono trasversali allo sfruttamento dell’accattonaggio e delle economie illegali, come più in generale a tutti i tipi di sfruttamento. Un aspetto trasversale alle diverse province è il controllo esercitato dai racket, sia locali che transnazionali, che regolano l’attività delle vittime e limitano le loro possibilità di denuncia.