
Il sostegno della presidente del Comitato bresciano
Circa 15mila persone in piazza e 19 patrocini di altrettanti enti pubblici, tra Comuni, Università di Brescia, Ordine degli psicologi della Lombardia. Brescia sembra lontana da Sondrio, se guardiamo ai numeri del Pride che si è tenuto sabato scorso, 6 settembre, tra le vie del centro, con la sindaca del Comune capoluogo e tanti colleghi e colleghe con fascia di colore in corteo. Rispetto al caso di Sondrio, il Comitato Brescia Pride, presieduto da Greta Tosoni (nella foto), spiega: "Quando i Comuni scelgono di aderire ai valori delle manifestazioni per i diritti LGBTQIA+, ribadiscono la propria responsabilità nell’ascoltare e rappresentare tutte le persone, seguendo i valori di equità, autodeterminazione e giustizia sociale. È il primo passo per tradurre questo intento in azioni concrete di cui beneficiano tutti, grazie al dialogo e allo scambio con le realtà del territorio. In questo complesso periodo storico non possiamo permetterci neutralità sui diritti umani".
L’appello alla “non neutralità” è stato invocato anche nel corteo bresciano, che, comunque, non è stato risparmiato dalle polemiche. A pochi giorni dalla manifestazione, infatti, due striscioni che inneggiavano al ‘No Gay Pride’ sono comparsi in città. Se, poi, tanti enti hanno scelto di patrocinare il Pride, tanti altri non lo hanno fatto o, addirittura, hanno cambiato idea. Nel 2024, sempre nel Bresciano, il comune di Maclodio aveva scelto di togliere il patrocinio alla manifestazione. "Se il Pride scatena ancora avversione, allora è fondamentale che continui ad esistere", la risposta, netta, di Tosoni. Avere al proprio fianco istituzioni, associazioni, società civile fa la differenza.
F.P.