MILLA PRANDELLI
Cronaca

Pesca all’agone nel lago d’Iseo, la preoccupazione: “Le sardine sono pochissime, troppi pesci siluro e cormorani”

Bilancio piuttosto misero per i pescatori. I professionisti rinunciano, restano gli sportivi

Pesca alla sardina a iseo

Pesca alla sardina a iseo

Clusane d’Iseo (Brescia), 30 giugno 2205 – A quindici giorni dall’apertura della tradizionale pesca all’agone, che sul lago d’Iseo è chiamato, in dialetto, “sardina o sardena” il bilancio è misero.

Quest’anno gli agoni sono pochissimi e alcuni pescatori di professione hanno deciso di non pescarli. Restano, invece, i pescatori sportivi che si vedono sulle rive, specialmente quelle del basso lago, con le loro canne ondeggianti sull’acqua mosse in quel modo per attirare il pesce.

Per loro è un momento di festa e anche se non si pescano molti pesci, pazienza. Si tratta di ripetere un rito ancestrale e una pesca in cui si cementano maicizie che tornano di anno in anno di luogo in luogo. Per i professionisti, invece, è diverso. Perché vivono di pesce: che per loro rappresenta un lavoro. Anche per questo si adeguano all’andamento delle stagioni, rinunciando ad uscire nel lago per gli agoni.

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“E’ proprio così – spiega Ciano Barbieri, uno dei soci della “Cooperativa fra Pescatori di Clusane sul Lago”, che si occupa della piccola pesca in acque dolci - quest’anno le sardine sono pochissime, tanto che noi professionisti della cooperativa abbiamo deciso di non pescarle. A maggio c’è stata un po’ di frega, ma ci sono stati anche moltissimi siluri. Ne mangiano tante, troppe. Non bastavano i cormorani a rovinare l’ecosistema del lago. Ci si mettono pure questi pesci enormi e voracissimi. Essendo le sardine in frega per la riproduzione, e quindi in acque basse, hanno fatto scempio. La pesca, come ogni anno apre il 15 giugno per lasciare che gli agoni si riproducano liberamente nel mese di maggio. Purtroppo per i siluri il divieto non vige e quindi ci pensano loro a fare quello che nemmeno la mano dell’uomo riuscirebbe a fare”.

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Non è detto che gli agoni siano completamente scomparsi. “Ci sono state annate scarsissime in passato, pure quando il siluro era meno diffuso – spiega Barbieri- vedremo come andrà con l’inverno”. L’anno scorso era stata un’annata proficua, come la precedente, tanto da avere un surplus di pesce, talvolta finito nei bidoni della spazzatura e persino sparso nei boschi, come accaduto in alcune zone del Sebino. Tra qualche giorno le poche sardine rimaste lasceranno le rive e torneranno in profondità, dove a pescarle potranno essere i soli pescatori di professione, con le stesse reti che usano per i coregoni. – non vige divieto per chi fa pesca sportiva, ma raggiungere certe profondità con le canne è arduo- Chi è riuscito ad accaparrarsi il saporitissimo pesce lo tiene con cura nei freezer e qualcuno aspetta di degustarlo nelle sagre che lo serviranno grazie alla lungimiranza di chi organizza che ne ha fatto scorta.