Brescia, 16 dicembre 2024 – Proseguono senza sosta le operazioni di soccorso per recuperare Ottavia Piana, la speleologa rimasta intrappolata nella grotta Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca. La giovane è rimasta boccata a quota 200 metri di profondità, sabato 14 dicembre. Sul posto è arrivata una task-force di circa 100 soccorritori che, a rotazione, stanno lavorando per un intervento che si preannuncia ancora lungo.
Mentre si cerca di allargare la via che la giovane donna infortunata dovrà percorrere, il suo trasporto verso la superficie è iniziato. Ottavia Piana è assicurata alla barella e sta procedendo, nonostante gli ostacoli che via via si presentano. La speleologa potrebbe essere fuori dalla grotta mercoledì nel tardo pomeriggio, al massimo nel corso della sera.
Chi è
Ottavia Piana ha 32 anni ed è originaria di Adro, un comune in provincia di Brescia. È una figura di rilievo nel campo della speleologia italiana, sia per sua esperienza tecnica sia per la passione nel campo dell'esplorazione sotterranea. Ottavia fa parte del Gruppo CAI di Lovere (Bergamo) e partecipa attivamente al Progetto Sebino.
Il Progetto Sebino
Ottavia Piana è impegnata nel Progetto Sebino, un’iniziativa che si propone di mappare e studiare l’Abisso Bueno Fonteno, un complesso sistema di grotte situato tra il Lago d’Iseo e il Lago di Endine. Il Progetto è molto di più di un raggruppamento di associazioni speleologiche che hanno deciso di collaborare intorno ad un’area carsica, è un vero e proprio progetto di ricerca molto ambizioso che si prefigge, nel corso di un tempo sufficientemente esteso, di impostare e attivare uno studio il più possibile completo cercando di indagare tutti i più rilevanti aspetti scientifici che la disciplina speleologica contempla.
L’area carsica del Sebino Occidentale si estende tra la Val Cavallina e la costa bergamasca del Lago di Iseo. Un territorio di circa 90 chilometri quadrati, che si sviluppa all’interno dei comuni di: Fonteno, Parzanica, Vigolo, Tavernola, Riva di Solto, Solto Collina, Predore, Viadanica, Adrara San Rocco, Adrara San Martino, Grone, San Fermo, Monasterolo, Casazza, Endine Gaiano, Sarnico, Villongo, Foresto Sparso ed Entratico.
L’incidente
Sabato 14 dicembre, Ottavia si trovava in esplorazione con altri colleghi nell’Abisso Bueno Fonteno quando, all’improvviso, è precipitata riportando traumi agli arti inferiori, al torace e al volto. Sono stati loro a lanciare l'allarme e dare indicazioni alle squadre di soccorso. Raggiunto da due medici, la speleologa è stata immobilizzata nell'attesa della risalita. Le sue condizioni, fanno sapere dal Soccorso Alpino, sono stabili. L’esploratrice – che viene descritta come “vigile e collaborativa” – risponde bene alle cure farmacologiche che le vengono somministrate a distanza.
“E' stata una grande giornata esplorativa per noi, abbiamo fatto tanta strada. Il dispiacere un po' è anche questo. Adesso attendiamo e speriamo che vada tutto bene”, ha detto ieri Samuele Pendesini, speleologo di 20 anni che nella giornata di sabato 14 dicembre è stato impegnato con la sua squadra all'interno dell'Abisso nella stessa sessione di esplorazione in cui si è verificato l'incidente che ha visto coinvolta Ottavia Piana. Ottavia “è supercompetente, è una persona stupenda. Siamo tutti convinti che ce la farà perché è una persona veramente forte. Come ce l'ha fatta la prima volta, ce la farà anche la seconda”, ha aggiunto.
Il precedente nel 2023
Nel luglio del 2023, Ottavia Piana era rimasta intrappolata nella stessa grotta, perché si era procurata una frattura a una gamba. La donna era stata raggiunta e portata fuori da soccorritori dopo oltre 40 ore di permanenza a 150 metri di profondità. La 32enne stava sondando una nuova parte dell’immensa cavità ed era impegnata in una salita in parete quando pare si sia sganciato un ancoraggio, facendole fare un salto di diversi metri, in cui si è procurata una grave lesione a un ginocchio. Le sue condizioni erano rimaste sempre buone ma non riusciva a muoversi autonomamente, anche perché era andata a finire in una zona tecnicamente difficile e stretta, in cui è difficile districarsi anche solo per una persona.
L’Abisso Bueno Fonteno
L'esperta è rimasta bloccata nell'Abisso di Bueno Fonteno, grotta scoperta solamente nel 2006. È un luogo ancora da esplorare per intero e per questo motivo rappresenta un mistero ancora da svelare per studiosi e speleologi che puntualmente arrivano in provincia di Bergamo per scendere nelle profondità nella zona carsica del Sebino, tra il lago d’Endine e quello di Iseo.
Qui tra rocce, gallerie e correnti fredde d’aria, le stesse che hanno permesso all’associazione speleologica Gruppo Sebino di scoprire la misteriosa fessura, è stata aperta un nuova via sommersa, o meglio, questo insieme di nuovi incredibili ambienti sotterranei, tra laghi, corridoi e canyon, dove l’umidità raggiunge il 98%. Si ipotizza che possa arrivare fino a 50km di profondità, 19 km quelli percorsi e censiti finora.
Grazie al lavoro esplorativo di mappatura delle cavità e sorgenti compiuto sul territorio del Sebino dai 50 speleologi associati, si legge sul sito web del Comune di Fonteno, è stato possibile raggiungere il primo importante obiettivo del ritrovamento ed esplorazione della grotta denominata Abisso Bueno Fonteno, che ha uno sviluppo di oltre 19 km tra cunicoli e grandi ambienti già cartografati (la più estesa in bergamasca e tra le prime 20 in Italia per lunghezza) con un dislivello massimo di circa 521 metri. Più in generale sono state censite oltre 100 grotte nell'area del Sebino, con particolare concentrazione nei comuni di Fonteno, Vigolo, Grone, San Fermo, Predore e Tavernona Bergamasca.