MILLA PRANDELLI
Cronaca

Bueno Fonteno, il piccolo Carso sul lago d'Iseo: perché far uscire Ottavia Piana è un’impresa difficile

Tre chilometri di cavo telefonico per parlare con l’esploratrice. Nelle mani degli esperti anche l’esplosivo, all’opera una task-force di cento soccorritori

L'equipaggio di uno dei soccorritori; nel riquadro, Ottavia Piana

L'equipaggio di uno dei soccorritori; nel riquadro, Ottavia Piana

Fonteno, 16 dicembre 2024 – Cento chilometri quadrati di mistero. La grande area carsica del Sebino Occidentale è ormai da decenni il paradiso di esperti geologi e speleologi. Grotte, anfratti, laghi e grandi cattedrali sotterranee, stretti cunicoli perforano il calcare di un altipiano che è come un piccolo Carso: acque che si inabissano e riemergono, enormi stanze che si aprono oltre minuscoli buchi nel terreno.

L’estensione

Dodici comuni, più altri tre che lo costeggiano, sono il cuore di un territorio compreso fra la Val Cavallina e il fiume Cherso a Nordovest e il lago d’Iseo a Sud Est.

In questo dedalo complesso, precisamente nell’Abisso Bueno Fonteno, è ora bloccata Ottavia Piana, a duecento metri di profondità, con diverse fratture. Accanto a lei il telefono che serve per comunicare con chi sta cercando di salvarla, che l’ha raggiunta nel pomeriggio e ora lavora per risolvere la situazione. A mettere in difficoltà gli esperti del Soccorso alpino sono cento metri di cunicolo. Troppo stretti perché una barella possa percorrerli senza rimanere bloccata.

Non resta loro che mettersi al lavoro per eliminare gli ostacoli, allargare il budello. Un’operazione difficile, vista la profondità dell’antro e la distanza dall’imbocco: per ritornare all’aperto, infatti, ci vogliono quattro ore di percorso.

Soccorritori nella zona dell'Abisso Bueno Fonteno
Soccorritori nella zona dell'Abisso Bueno Fonteno

Gli interventi

Non semplici neppure per persone con capacità specifiche, come dimostra il secondo incidente accaduto alla speleologa. Attorno alle 17 una nuova squadra di soccorritori è entrata nella grotta per dare il cambio ai colleghi che erano al lavoro da stamattina, domenica 15 dicembre: nelle sacche avevano due piccole bombole di ossigeno, ma anche coperte e piumini in vista del freddo della notte.

Approfondisci:

Ottavia Piana bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno. “Bisogna allargare cento metri di grotta”

Ottavia Piana bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno. “Bisogna allargare cento metri di grotta”

La temperatura nella grotta è sempre costante, attorno agli 8 gradi, ma è alta l’umidità. A tenere unite Ottavia e le persone in superficie quel cavo telefonico, lungo tre chilometri, che raggiunge il ventre dell’abisso in cui è rinchiusa. Nel contempo, i vigili del fuoco di Bergamo e Lovere hanno installato dei fari per illuminare l’imbocco della grotta, lì dove le operazioni vengono gestite anche grazie all’aiuto Corrado Camerini, coordinatore regionale lombardo del Soccorso alpino, e Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale, partito nella notte per raggiungere Fonteno: sono loro a guidare i circa cento soccorritori, che lavorano con fatica anche per l’assenza di una mappa geomorfologica della grotta, la stessa che Piana stava realizzando insieme agli altri colleghi.

Dopo nove giorni, invece, è finita la ricerca di un cane, Full, morto in una grotta non mappata a Sulzano.