Omicidio Laura Ziliani: le figlie in cella assieme, Mirto in isolamento

Il terzetto accusato del delitto resta in silenzio. I conoscenti ora vogliono tutta la verità: "Spieghino come l'hanno uccisa e perché"

Paola e Silvia Zani, Mirto Milani

Paola e Silvia Zani, Mirto Milani

Brescia, 25 settembre 2021 - Hanno trascorso la notte nella stessa cella Silvia e Paola Zani, le due sorelle di 27 e 19 anni accusate dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere della madre Laura Ziliani che da ieri sono detenute nel carcere femminile bresciano di Verziano. Le due giovani sono entrate tenendosi per mano, poi sono state separate per alcune ore prima di essere messe nella stessa cella.

Si trova invece in isolamento in un altro carcere, a Canton Mombello, Mirto Milani, fidanzato della maggiore, che aveva una relazione nascosta con la più piccola. Tutti e tre si sono chiusi nel silenzio, come in silenzio erano rimasti quando i carabinieri venerdì mattina li hanno arrestati.

La loro vicenda ha scosso profondamente  la comunità di Temù. "Mi chiedo perché diventare assassine: cosa scatta nelle testa di due ragazze giovani che hanno già perso il padre in circostanze tragiche, in un incidente in montagna, e che uccidono per soldi?", è la domanda che ricorre nel condominio dove viveano le due ragazze. "Forse bisognerebbe capire a livello psichiatrico cosa è successo, chi ha manipolato chi. Quando sono state indagate ho sperato che non fossero loro, ma adesso non ci sono dubbi pare", ha detto una vicina all'AdnKronos.  

Un'altra condomina ricorda quando Silvia aveva finito gli studi. "Lasciò nelle 15 buche delle lettere, la loro è la prima a sinistra, un bigliettino in cui si offriva come fisioterapista. Di lei so poco altro fino a ieri quando alle sei i carabinieri hanno suonato a più di una porta. Ora dovranno spiegare come hanno ucciso e perché".