Omicidio Laura Ziliani, Temù rinnega le figlie assassine: "E ora dimenticateci"

Le due ragazze arrestate con il fidanzato della maggiore erano considerate "scostanti". Il paese vuole voltare pagina: "Siamo lavoratori, loro non erano dei nostri"

Paola Zani portata in caserma

Paola Zani portata in caserma

Temù (Brescia), 25 settembre 2021 -  A un giorno dall’arresto di Paola e Silvia Zani e di Mirto Milani per l'omicidio della madre delle ragazze, l'ex vigilessa Laura Ziliani,  a Temù la gente è stanca di parlare e soprattutto è stanca dell’assedio mediatico che dura ormai dall’otto agosto, quando vennero trovati i resti dell’ex vigilessa, sposata in Valcamonica e vedova ormai da diversi anni. Solo qualcuno si sbilancia dicendo che "finalmente è stata messa la parola fine a questa orrenda vicenda. Ora speriamo che la gente si dimentichi di Temù. Qui viviamo di montagna, lavoro duro, e di turismo. Quello che è successo grazie a due persone che non hanno mai fatto parte della nostra comunità e al loro fidanzatino non ha fatto certo bene al nome del nostro paese. Ma lo ribadiamo: non erano dei nostri".

Silvia e Paola alla gente di Temù non piacevano, si voltavano quando incontravano altre persone e e non parlavano con nessuno, in quello che appariva come un vero e proprio rapporto a tre esclusivo e da un certo punto di vista torbido con Milani, come poi è stato dimostrato da quanto sia Silvia, che era iscritta a siti per scambisti, sia Mirto hanno detto. L’unica davvero simpatica a tutti era la sorella di mezzo: Lucia, che nonostante un disturbo cognitivo lieve amava gironzolare per il centro del paese, sorridendo e parlando con tutti. Lei su Facebook ha tanti amici, anche dell’alta Valle, e tutti ne parlano bene e si dispiacciono del fatto che le sorelle, se i fatti saranno provati, le hanno tolto la mamma. Per fortuna restano la nonna e alcuni parenti.

Nemmeno a Brescia le due giovani erano amate o avevano altri amici oltre a Mirto. Lo dimostrano anche le loro pagine Facebook dove gli amici non superano i 50 e dove non ci sono camuni. "Due ragazze molto riservate, direi quasi scostanti". Così Laura, una vicina di casa, descrive Silvia e Paola Zani. Ieri come gli altri vicini ha assistito all'arrivo dei carabinieri che hanno arrestato la coppia di sorelle portato via alcuni oggetti e la Meriva di Silvia. "Ho visto i carabinieri, le due ragazze portate via e poi dopo qualche ora hanno preso pure anche l'auto parcheggiata da tempo qui davanti e con un bel pacco di multe da pagare". Mirto la sua vettura l’aveva lasciata a Temù perché guasta, posteggiata non distante da casa Ziliani. Una casa dove stava tutta settimana, andandosene solo quando arrivava Laura Ziliani, a cui quel genero non piaceva particolarmente e che era pure stato motivo di lite. Anche a lui Laura non piaceva. A suo parere faceva una vita troppo dispendiosa e stava sborsando soldi per restaurare un appartamento di famiglia che sarebbe stato affittato per motivi turistici. Lamentava che quei soldi avrebbero dovuto andare alle figlie a cui, secondo lui, dava una paghetta esigua, dato che nessuna delle due lavorava. La più giovane, difatti, studiava ancora, mentre Silvia era una fisioterapista che aveva perso il lavoro per già tre volte. Il trio era attratto dalla possibilità di fare la bella vita. Senza Laura questo sarebbe stato possibile.