BEATRICE RASPA
Cronaca

Omicidio Laura Ziliani, la Cassazione conferma gli ergastoli per le figlie Paola e Silvia e Mirto Milani

La Suprema Corte ha giudicato inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati per il delitto dell’ex vigilessa di Temù narcotizzata, strozzata e seppellita in una buca. Per i tre disposto anche l'isolamento diurno per sei mesi

Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani

Laura Ziliani insieme alle figlie Paola e Silvia, e Mirto Milani

Brescia, 9 luglio 2025 – La Cassazione ha chiuso il caso dell'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù uccisa l'8 maggio 2021 dalle figlie, Silvia e Paola Zani e dal fidanzato di entrambe Mirto Milani. I giudici supremi hanno confermato l'ergastolo per il 'trio criminale' respingendo il ricorso delle difese delle sorelle. La prima sezione penale della Corte ha anche riconosciuto le spese alle parti civili. Per i tre è inoltre stato disposto l'isolamento diurno per sei mesi. 

L’omicidio della vigilessa di Temù  

Ziliani fu narcotizzata con una dose massiccia di benzodiazepine infilate nei muffin preparati dalle figlie per la festa della mamma, strozzata a mani nude e poi sepolta in una buca scavata lungo il greto del fiume Oglio, che tre mesi esatti dopo per caso dopo una piena restituì il corpo

D9C0E4CEE89152E2AA4A0BD5A186DE1E-93911974
Una foto di Laura Ziliani presa dal suo profilo Facebook (Ansa)

La decisione della Cassazione 

"In concreto si è palesata la consapevole e voluta partecipazione di ciascuno dei prevenuti senza ombra di dubbio, per ogni fattispecie illecita, sia ul piano ideativo, sia esecutivo" aveva scritto la Corte d'assise d'appello nella sentenza di conferma del carcere a vita per tutti e tre.

"Non vi è mai stato uno sbilanciamento di ruoli tra gli imputati, anche sotto il profilo della reciproca influenza, quindi è inattuabile la richiesta difensiva di modulare il giudizio di responsabilità". Le difese speravano in una nuova perizia psichiatrica che attestasse una sorta di incapacità di gruppo: un'ipotesi per i giudici d'appello assolutamente "irricevibile".