BEATRICE RASPA
Cronaca

"Non si affrontano i veri problemi"

Folla ieri dentro e fuori il Tribunale per la protesta dei magistrati contro la riforma costituzionale della giustizia, che tra...

Folla ieri dentro e fuori il Tribunale per la protesta dei magistrati contro la riforma costituzionale della giustizia, che tra le altre cose punta alla separazione delle carriere. Per informare sul contenuto della manovra e sui rischi connessi, la Anm bresciana ha promosso un’assemblea aperta, partecipata da giuristi ma anche cittadini comuni, preceduta da una staffetta oratoria di lettura della Costituzione. Altissima l’adesione allo sciopero della sezione Anm bresciana, che ha espresso con fermezza la propria contrarietà a un progetto "punitivo e denigratorio". "I processi si concludono con un 50% di assoluzioni, questo esclude una subalternità del giudice al pm – chiarisce il presidente dell’Anm di Brescia, Andrea Gaboardi –. La riforma genera muri e inaccettabili gerarchizzazioni: l’idea del sorteggio dei togati nel Csm varrà solo per i magistrati ordinari, e non per i tributari, amministrativi e militari o per altri enti. E non affronta i gravi problemi quotidiani della giustizia, dalla durata indecente dei processi alle condizioni delle carceri, passando per la carenza di risorse, personale e strumenti informatici". Per Antonio D’Andrea, professore di Diritto pubblico della Statale di Brescia, "chi non vede l’opacità di questo disegno, che sposta il confine tra libero esercizio politico e il controllo, è miope". Il presidente emerito della Corte d’appello Claudio Castelli mette in guardia da un altro rischio: "In Italia ci sono 150 cause disciplinari con 40 condanne l’anno, dieci volte più della Francia. Insistere troppo su quest’aspetto farà sì che i magistrati non vorranno più dar fastidio ai potenti". Concorda l’attuale presidente della Corte, Giovanna Di Rosa. "Oggi il pm è il primo garante della legge, non l’avvocato dell’accusa. Con la riforma non ci saranno più garanzie". B.Ras.