Stordita dai farmaci e soffocata nel sonno: così è stata uccisa Laura Ziliani

L'ipotesi investigativa: mix di ansiolitici per renderla inerme prima dell'omicidio. Martedì interrogatorio di garanzia per le figlie Silvia e Paola e Milani

Gli arresti per il delitto di Laura Ziliani

Gli arresti per il delitto di Laura Ziliani

Temù (Brescia), 26 settembre 2021 - Stordita dai farmaci, ma uccisa per soffocamento. E' questa l'ipotesi che stanno seguendo gli investigatori per la morte di Laura Ziliani, che ha portato all'arresto di due delle tre figlie, Silvia e Paola Zani, e del fidanzato della maggiore, Mirto Milani. L'ex vigilessa non sarebbe stata uccisa dal composto di benzodiazepine trovato nel suo corpo. Sarebbe invece stata stordita e resa così inerme dal mix di farmaci, ansiolitici "potenzialmente idonei a compromettere le capacità di difesa", per essere poi soffocata con un cuscino mentre dormiva. Resta tuttavia da capire quali elementi sul cadavere, ritrovato l'8 agosto a distanza di 140 giorni dal decesso, possono ancora essere trovati a sostegno della tesi del soffocamento non violento.

Sono fissati per martedì gli interrogatori di garanzia di Silvia, Paola e Mirto. I tre compariranno davanti al gip Alessandra Sabatucci, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pm Caty Bressanelli. Al momento le ragazze sono al carcere bresciano di Verziano, dove hanno potuto dormire nella stessa cella, mentre Mirto si trova nell'altro carcere di Brescia, Canton Mombello. Finora il trio, che secondo quanto emerso finora sarebbe stato legato da una relazione triangolare morbosa, ha preferito il silenzio.