Brescia, omicidio di Manuela Bailo: la versione dell'amante si sgretola

Dall'autopsia emerge che la donna ha segni sulla gola compatibili con ferite da taglio

Rilievi della Scientifica nella casa di Ospitaletto, luogo dove è morta Manuela

Rilievi della Scientifica nella casa di Ospitaletto, luogo dove è morta Manuela

Brescia, 24 agosto 2018 - Sangue ovunque in garage e nel bagnetto usato come ripostiglio. Nemmeno una goccia, invece, a metà scala per la cantina, dove Fabrizio Pasini ha raccontato che Manuela aveva sbattuto la testa fracassandosela per un «incidente», così ha ribadito anche ieri in sede di interrogatorio di convalida. «Ho spinto Manuela durante una lite». La sua versione però si sgretola. Gli accertamenti con il Luminol che ieri si sono svolti nella casa dell’omicidio, la villetta della madre del sindacalista in via Allende a Ospitaletto, fanno presagire ben altro scenario. E tra chi indaga prende consistenza un’ipotesi: nessuna caduta dalle scale. Piuttosto Manuela potrebbe essere stata tramortita con un pesante oggetto, e poi finita con un’arma da taglio. Solo supposizioni, per ora, dal momento che il cattivo stato di conservazione del cadavere complica l’autopsia. I medici legali hanno evidenziato una frattura composta alla base del cranio – questa sì compatibile con una scivolata – «insufficiente» però ad averne determinato la morte, sopraggiunta non sul colpo e per una ragione da definire.

Il corpo della 35enne di Nave, rimasto nella ex vasca per liquami della cascina sperduta nel Cremonese, ad Azzanello, per quasi tre settimane mostra strani tagli all’altezza della gola. Segni che se in un primo momento si correlavano a un possibile soffocamento dovuto a una emorragia, scaturita dalla botta in testa, adesso non si esclude abbiano un altro nome: ferite da arma da taglio. Le tracce ematiche «accese» dal Luminol tra il garage e il bagnetto dell’interrato sarebbero infatti quantitativamente così rilevanti da far propendere per l’ultima ipotesi. «Il racconto di Pasini non regge più, è impossibile non ci sia una goccia di sangue a metà scale nel punto in cui Manuela avrebbe picchiato la testa macchiando il pavimento - ragiona l’avvocato Giulio Rota, uno dei legali della famiglia Bailo, ieri al sopralluogo -. Pavimento peraltro poroso, che certo lo avrebbe assorbito a dispetto di ogni lavaggio». Gli uomini della Scientifica dei carabinieri hanno sottoposto all’esame del reagente chimico la villetta da cima a fondo, scarichi dei bagni compresi. Il Luminol, dicono, ha acceso luce violetta ovunque tra garage e piccolo bagno accanto, in specie nella doccia, ma non altrove in casa. Oggi le tute bianche dell’Arma torneranno a Ospitaletto per sottoporre agli stessi accertamenti «irripetibili» la Opel Meriva della moglie di Pasini. L’auto con cui il 48enne sindacalista - già espulso dalla Uil, che vuole costituirsi parte civile in sede processuale – ha portato il cadavere in un sacco della spazzatura ad Azzanello.