Ponte di Legno (Brescia) – È scomparsa una “leggenda”. “Lupa”, come era semplicemente chiamata la femmina alfa di lupo che cinque anni fa ha creato il branco dell’alta Valle Camonica e, tramite i suoi figli, ha fatto nascere altri quattro branchi stanziali, da agosto, fa sapere il Parco dello Stelvio, non dà segni di sé. Nella più grande delle valli bresciane non ci sono più sue tracce. I mesi sono troppi per pensare che sia un caso.
“Al momento non sappiamo che fine abbia fatto Lupa, la compagna di Ragnarr, il capo del branco attualmente composto da una decina di esemplari. Non è ancora noto se lo splendido esemplare che ho avuto la fortuna di conoscere da vicino - mi ha accettato, lasciato andare in prossimità sua e del branco e soprattutto mi ha consentito di guardare e fotografare lei e i suoi cuccioli - abbia lasciato la Valle oppure sia tornata allo spirito dei lupi, addormentandosi per sempre nei suoi boschi”, racconta Fausto Bariselli, ribattezzato il “Camuno che balla coi lupi”: appassionato naturalista, fotografo e scrittore di Piancamuno che negli scorsi anni ha realizzato una serie di eccezionali scatti che raccontano la vita del branco creato nel 2019.
“Perdonatemi se mi emoziono. Perdonateci - continua Bariselli - se esistono persone che si sentono turbate da un fatto come questo. Per me, come per tanti altri, Lupa non era un animale qualsiasi. Era il simbolo della forza della natura, che torna a occupare i propri spazi”. “Quando l’ho incontrata l’ultima volta – ricorda – era in piena forma. Lo scorso anno ha avuto sei cuccioli, ancora nel branco. Nell’ultima immagine che la ritrae era fortemente deperita. Ci ha lasciato un animale che ha fatto storia e dimostrato che i lupi possono tornare in luoghi dove hanno sempre vissuto”.
Il suo corpo non è stato trovato. “L’ultima volta è stata fototrappolata a fine agosto – spiega il direttore del Parco, Franco Claretti – non vi è al momento la certezza che sia morta. Potrebbe esser stata spodestata da un esemplare più giovane. Ha o aveva 7 anni. Stiamo continuando con il monitoraggio”. “Se anche se ne fosse solo andata – sottolinea Bariselli – si tratta di un fatto che segna la storia del territorio. Era lei a comandare”.