
Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia)
Da un lato la mozione approvata martedì dal Consiglio regionale, dall’altro la proposta di atto amministrativo licenziata ieri, ad appena 24 ore di distanza, dall’Ufficio di presidenza dello stesso Consiglio regionale. Nel mezzo un cortocircuito politico e istituzionale che potrebbe deflagare martedì prossimo, il 20 maggio, quando l’Aula tornerà a riunirsi. Questa la sintesi di quanto sta avvenendo al Pirellone in merito alla sentenza con la quale il Tar ha vietato la caccia, "con effetto immediato", in 475 valichi montani per tutelare gli uccelli migratori. Una sentenza contro la quale la Giunta lombarda ha già deciso di ricorrere in Consiglio di Stato.
Solo martedì il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata da Giacomo Zamperini, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, sostenuta da tutto il gruppo dei meloniani e da un’ampia maggioranza. Nella mozione si impegna il presidente e la Giunta regionale anche "a valutare, nelle more della definizione del ricorso al Consiglio di Stato e dell’interlocuzione con il Governo ed il Parlamento, le forme di gestione dei valichi momentaneamente vietati alla caccia in modo tale che non generino un inutile aggravio amministrativo ed economico, ad esempio non avviando alcuna procedura di revoca degli appostamenti fissi autorizzati e non dando il via a procedure inutili in caso di pronuncia contraria del Consiglio di Stato". Questo punto della mozione è stato riformulato rispetto alla versione originale del provvedimento, lo si è ingentilito, ma il senso è rimasto lo stesso: in sostanza, l’Aula del Pirellone chiede alla Giunta di rendere la sentenza del Tar meno esecutiva possibile in attesa e nella speranza che il Consiglio di Stato ribalti il verdetto. Ieri, però, ecco la proposta di atto amministrativo licenziata dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, presieduto da Federico Romani, a sua volta eletto con Fratelli d’Italia, che, invece, chiede all’Aula di "prendere atto della sentenza del Tar Lombardia e dell’obbligo in essa assegnato al Consiglio regionale di vietare con effetto immediato la caccia su 475 valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna": quasi l’esatto opposto di quanto prevede la mozione votata 24 ore prima. Da qui il cortocircuito e la possibilità di una sua deflagrazione settimana prossima perché tra le fila del centrodestra c’è chi non sembra disposto ad allinearsi. A differenza di quanto avvenuto ieri in Commissione Agricoltura, dove l’atto dell’Ufficio di presidenza è stato illustrato senza che fosse votato, martedì in Aula un voto dovrà invece esserci. "L’Ufficio di presidenza ha licenziato la proposta di atto amministrativo perché così hanno suggerito gli uffici, è un atto dovuto, che origina da ragioni tecniche e formali – premette Zamperini – ma io lo trovo comunque irricevibile e in Consiglio voterò contro. Dare immediata attuazione alla sentenza significherebbe, tra l’altro, impegnare la Regione in un’opera enorme, dispendiosa ed onerosa qual è la delimitazione e l’affissione della segnaletica di divieto in ben 475 valichi montani, un numero deciso dal Tar non si capisce su quali basi. Senza contare che i pochi valichi non interessati dalla sentenza si ritroverebbero invasi da cacciatori con ovvie ricadute sulla sicurezza. Considerato che Regione ha fatto ricorso e chiesto la sospensiva, non c’è ragione per procedere. I tribunali – conclude Zamperini – non possono e non devono sostituirsi alla politica: non spetta al Tar decidere in quali valichi si possa cacciare e in quali no".
Da parte sua, Romani ne fa una questione di necessità: "La proposta di atto amministrativo è stata valutata dall’Ufficio di presidenza già lunedì, quindi prima che fosse approvata la mozione in Aula, e si tratta di un atto dovuto perché c’è una sentenza da rispettare. La mozione, invece, è un atto di indirizzo, rivolto alla Giunta". Critica Paola Pollini, consigliera del Movimento 5 Stelle: "La stessa maggioranza, gli stessi partiti, gli stessi consiglieri che martedì si abbandonavano a dichiarazioni invecchiate male nel breve volgere di un solo giorno, adesso devono prendere atto della legge e del fatto che in merito alle sentenze è lecito fare ricorso, ma nel frattempo vanno rispettate: centrodestra imbarazzante".
Giambattista Anastasio