BEATRICE RASPA
Cronaca

Il ritratto dell’omicida. Fragile, ossessivo, lucido: "Movente non banale"

In Assise lo psichiatra incaricato di valutare il profilo di Ruben Andreoli. Il quarantecinquenne di Sirmione massacrò la madre. L’esperto: era destabilizzato.

Ruben Andreoli 45 anni magazziniere e pilota di rally ha ucciso la madre il 15 settembre del 2023 nell’abitazione che divideva con lei e la moglie ucraina

Ruben Andreoli 45 anni magazziniere e pilota di rally ha ucciso la madre il 15 settembre del 2023 nell’abitazione che divideva con lei e la moglie ucraina

Ruben Andreoli? Con una personalità "fragile", "rigida", "ossessiva" ma "capace di intendere e di volere". Lo ha detto ieri in Assise lo psichiatra Giacomo Filippini, incaricato di valutare lo stato mentale del 45enne di Sirmione che il 15 settembre 2023 ha massacrato a calci e pugni la madre, Nerina Fontana, 72 anni, nell’abitazione che divideva con lei e la moglie ucraina Svetlana. L’omicidio esplose per una lite banale al culmine di 10 giorni di tensioni maturate negli anni in un nucleo familiare chiuso ma all’apparenza senza screzi. Tensioni covate in silenzio almeno dal 2018, dopo la sofferta perdita da parte di Andreoli e della moglie di un bimbo nato prematuro. Un evento per cui il magazziniere e pilota di rally riteneva di non aver ricevuto supporto dalla madre a cui aveva votato tutta la sua vita, di cui si occupava totalmente. Per il perito il movente del delitto "non è banale", "non ci sono i futili motivi": Andreoli, ieri assente in aula, "viveva in un mondo a tre senza compensazioni esterne. La perdita del padre, nel 2015, e del bimbo, nel 2018, lo hanno destabilizzato rendendo ancora più simbiotico e disfunzionale il rapporto con la madre". Forse temendo un trasferimento della coppia in Ucraina, Fontana all’improvviso, a inizio settembre, si era chiusa nel mutismo, aveva avuto un voltafaccia e tolto delega al figlio del conto bancario. "L’omicidio muove da fatti reali rielaborati in modo distorto e patologico da Andreoli – continua Filippini –. I silenzi della madre hanno messo in gioco in suoi valori, hanno riattivato dolorosi non detti". Concorde il consulente della difesa, Giuseppe Rossi, secondo cui l’imputato è sano di mente ma con una personalità ossessiva. "Il cambiamento per lui inspiegabile della madre è stato vissuto come una minaccia esistenziale – ha sottolineato lo psichiatra –. Il mancato appoggio per la perdita del bambino è stato un evento clou. La lite era iniziata per futili motivi (la proposta di una vacanza, ndr) e poi ha toccato punti con peso specifico elevato". È "credibile" che Andreoli non ricordi nulla: "dopo l’esplosione delle emozioni sono subentrate la calma e la dissociazione". Quanto alla violenza brutale, è "spiegabile con l’accumulo progressivo di tensione in una personalità ossessiva come la sua, dipendente dalla figura materna". Si prosegue a settembre con il consulente della procura.