BEATRICE RASPA
Cronaca

Bimba ferita da un colpo di pistola: “L’arma lasciata sul comodino pronta a sparare. Il proiettile le ha trapassato la testa”

Gardone Valtrompia, la piccola di tre anni è stata operata ma i medici temono danni cerebrali: “È presto per dire se ce la farà”. Verranno eseguiti test sui vestiti per appurare chi ha sparato

I carabinieri nella villetta dove una bambina di 3 anni si è ferita con una a pistola trovata in casa a Gardone Valtrompia

I carabinieri nella villetta dove una bambina di 3 anni si è ferita con una a pistola trovata in casa a Gardone Valtrompia

GARDONE VALTROMPIA – Da un lato, le preoccupanti condizioni della piccola, che rimane in coma, ricoverata in terapia intensiva, per il proiettile che le ha trapassato la testa da parte a parte. Dall’altro, il dramma di una famiglia, e di un padre in particolare, che deteneva legalmente la pistola da cui è partito il colpo per sbaglio, iscritto al registro degli indagati per omessa custodia dell’arma e per le lesioni colpose gravissime della figlioletta. Il cui destino è appeso a un filo. È questo il perimetro all’interno del quale si snoda la tragica vicenda piombata il pomeriggio di Capodanno sulla tranquillità festaiola vissuta in una villetta di Gardone Valtrompia, paese di undicimila e rotti anime in provincia di Brescia.

È quaggiù, in questa terra famosa al mondo per l’industria armiera, che è accaduto l’inaudito. Due bambine, una di tre, l’altra di cinque anni, per ragioni da chiarire riescono a mettere le mani sulla Beretta semiautomatica del padre che era appoggiata sul comodino della stanza da letto dei genitori. Incustodita, pare. “Avevamo paura dei ladri”, ha dichiarato il capofamiglia agli inquirenti per giustificare la leggerezza di aver lasciato l’oggetto letale a portata di mano, anche delle bimbette.

Sono quasi le 16. Mamma e papà sono in un’altra stanza della casa a due piani che si affaccia su via Matteotti. Le loro dichiarazioni convergono. Le piccoline invece giocano trotterellando da una stanza all’altra. La sera prima si è fatto festa, i resti dei botti sparati per dare il benvenuto al 2025 sono ancora in giardino. La pistola, una 9x21, intanto è lì, sul comodino, con il colpo in canna. E a quanto pare, visto l’epilogo, con il cane alzato. Perché a un certo punto, non si sa come, fa fuoco inavvertitamente. Il proiettile trapassa la guancia sinistra della bimba di tre anni, procurandole gravissime lesioni cerebrali. Quando lo scoppio e le urla fanno sobbalzare gli adulti, che si precipitano nella stanza da letto, il dramma si è già compiuto.

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La piccolina è in fin di vita. Il personale sanitario la soccorre in elicottero. La intuba sul posto e poi la trasporta in volo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove viene sottoposta a un delicato intervento chirurgico per tentare di ridurre la portata dei danni, e poi trasferita in terapia intensiva, dove è tuttora. Che cosa le succederà, è presto per dirlo. “Se ne sta occupando un’equipe medica dedicata a lei, estremamente competente, che la tiene monitorata 24 ore su 24, e la sta trattando al meglio - assicura il sindaco di Gardone, Giuliano Brunori, che è medico a sua volta ed è in contatto con l’ospedale -. Attendiamo che trascorrano le 72 ore canoniche di monitoraggio. Il fatto che sia ancora viva è già di per sé un miracolo. Certo, ci vorrebbe un miracolo nel miracolo, perché il cervello comanda tutto, e bisognerà vedere in quali condizioni sarà, se ce la farà. Non diciamo nulla. Incrociamo le dita. Soffro con lei e i familiari”.

Fin qui, lo stato di salute della piccola. Poi c’è il capitolo delle indagini, affidate al pm Marica Brucci e ai carabinieri. L’arma è ovviamente stata posta sotto sequestro e ora è centrale appurare l’effettiva dinamica dell’incidente, per cui servirà una consulenza balistica. Ma anche l’esito della prova dello stub, l’accertamento volto a rilevare tracce di polvere da sparo, eseguito sugli abiti indossati da tutti presenti in casa al momento del dramma. Un accertamento che potrebbe essere complicato dalla circostanza dei botti esplosi la notte di Capodanno. L’obiettivo è capire chi stesse maneggiando la Beretta – un chilo di ferro, grilletto non così semplice da premere, soprattutto per un bambino – quando è partito il colpo.