
Le ricerche della bambina scomparsa a Serle
Serle (Brescia), 27 luglio 2018 - Ha resistito otto giorni. «Un leone», dicono gli psicologi che lo sostengono al campo base delle ricerche a Cariadeghe. Dignitoso, calmo, lo sguardo fisso all’andirivieni dal bosco. Ieri mattina però Mohammed Liton Gazi, il padre di Iushra, è scoppiato a piangere: «Come è possibile che non si trovi?». Perché è un fatto: la figlia più grande, 11 anni, autistica, dalla mattina del 19 luglio si è volatilizzata. Dopo le prime tracce fiutate dai cani sul sentiero che dalla pozza «Ruchì» si inoltra nell’altipiano, dove la ragazzina del Bangladesh è sfuggita agli educatori della Fopab-Anffas, non è emerso più alcun segno del suo passaggio.
In 750 ettari di parco naturale perlustrato da protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, gente del posto. Persino i rocciatori sono entrati in azione nei dirupi verso Caino. Speleologi da tutta Italia sono entrati 200 buche e grotte, il doppio di quelle censite finora a Cariadeghe. Con ieri il loro lavoro è esaurito: «Non ci sono più cavità da verificare» ha chiarito il funzionario prefettizio Marco Togni. Escono a vuoto anche i 12 supercani dell’unità di salvataggio olandese Reddingshonden, che da martedì lavorano accanto ai cinofili di forze dell’ordine e volontari. E da qualche giorno il sottobosco della cosiddetta area primaria, quella dove Iushra è stata vista allontanarsi, è oggetto di «rastrellamenti» da parte di 10 carabinieri del Cio arrivati da Milano. «E’ sconcertante», ripetono a turno lanciandosi sguardi interrogativi i responsabili delle squadre, i cui uomini sono al limite della fatica, tanto che ieri si è registrato un malore. Eppure non si trova nulla. «E’ vero, il tempo non gioca a nostro favore ma non disperiamo», ha detto il prefetto Annunziato Vardè al termine dell’ultimo tavolo tecnico in Comune a Serle, nel quale è stato deciso che si continuerà a cercare fino a sabato compreso, seppure a ranghi ridotti. Poi si vedrà come proseguire «ma la zona è stata interamente perlustrata».
In campo ci sono ancora cento persone (prima erano 295, ndr), che su indicazione del sindaco Paolo Bonvicini hanno verificato malghe, fienili, immobili vuoti. Non sono stati tralasciati nemmeno i sensitivi, che si moltiplicano, e alcuni testimoni che hanno riferito presunti avvistamenti – ieri un uomo si è fatto avanti perché avrebbe notato Iushra che mangiava un panino nel bosco – ritenuti non attendibili. A molti viene in mente il caso Yara. Un rapimento? «Si dovrebbe pensare che un mostro si sia trovato sulla sua strada a quell’ora. Un’eventualità remota – ha smentito Vardè - L’abbiamo escluso» .