
Il sindaco di Chiari Gabriele Zotti ha annullato anche il permesso di utilizzare Villa Mazzotti per l’evento
Ha suscitato un’ondata di polemiche la decisione del Comune di Chiari di attivare l’iter per la revoca del patrocinio all’iniziativa “Facciamo rete di Daphne”, organizzata dal centro antiviolenza “La rete di Daphne“ per l’8 giugno. Una decisione che ha portato all’annullamento dell’evento di autofinanziamento e sensibilizzazione sulla violenza di genere che si sarebbe dovuto tenere a Villa Mazzotti. Oltre al patrocinio, infatti, è stato annullato il permesso di usare gli spazi comunali, arrivato dopo lunghe interlocuzioni con il Comune, avviate a gennaio. Già a inizio anno, infatti, il Centro aveva comunicato programma, motivazioni e fini della serata, ottenendo il patrocinio; tra gli interventi previsti, quelli di Valentina Melis e Martina Miccichè. L’8 maggio, il dietrofront, con la mail del sindaco Gabriele Zotti, che motiva la revoca "adducendo le ragioni ad una presunta mancanza di rapporto fiduciario basato su “no politica e no vostre provocazioni”". Messe in discussione le possibili collaborazioni future. Zotti ha spiegato di non aver ancora revocato il patrocinio, ma di aver fatto partire l’iter, con l’obiettivo di confrontarsi col centro antiviolenza "su quanto concordato inizialmente, lasciando fuori dalla porta tematiche politiche non collegate al contrasto alla violenza sulle donne". Contestata, ad esempio, l’esibizione di Dellamove Crew, ballerine antifasciste impegnate per "inclusione e resistenza". Secondo il sindaco, "prendere posizione su temi come Gaza, antifascismo, garanzie legali per chi vuole fare la transizione di genere è legittimo, ma a quel punto si partecipa alla vita politica, che sia un partito o una lista civica".
Oltre alle prese di posizioni politiche (insorta subito Sinistra Italiana), al fianco del centro antiviolenza, anche l’Asd a Zavidovici, in qualità di ente gestore del Centro antidiscriminazione Aristofane di Brescia che, alla luce dei dati sui femminicidi, sottolinea: "Minimizzare o ostacolare questi progetti non aiuta il dibattito pubblico, né tantomeno le persone che ogni giorno subiscono violenza nel silenzio". F.P.