
Tra le criticità che devono affrontare i produttori ci sono leaggressioni delle vespe vellutine, l’agricoltura intensiva e i fitofarmaci
Non solo produttori: chi si occupa delle api, aiuta l’ambiente. "La valenza dell’apicoltura non è solo economica, ma ambientale – sottolinea l’apicoltrice Veleda Manassi – questo aspetto dovrebbe essere sostenuto". Le fioriture primaverili di quest’anno potrebbero far ben sperare per la stagione, ma serve anche una visione più di sistema, per favorire il ricambio generazionale. "L’apicoltura – continua Manassi – sta cambiando. C’è stato un importante intervento che ha portato alla possibilità di equipararla all’allevamento di specie protette, con limitazioni nel numero di alveari destinabili all’uso familiare. In sostanza, si favorisce l’apicoltura professionale. I giovani, tuttavia, si avvicinano a questo ambito con difficoltà, scoraggiati dalle incertezze climatiche che danneggiano la produzione". Per l’apicoltura sono tante le criticità. Oltre ad aggressioni delle vespe vellutine, agricoltura intensiva e fitofarmaci, c’è ormai anche la concorrenza sleale dei mieli importati da Paesi extraeuropei venduti a prezzi stracciati: un kg di miele prodotto in Italia ha un costo di produzione, invece, di almeno 11 euro al kg. "In tutto questo vaso traboccante di fattori negativi – conclude Manassi – vediamo con favore, invece, i Comuni che scelgono una gestione del verde favorevole alle api". F.P.