Cade dal tetto e si schianta sulle lastre di marmo, Andi Rexhepi morto a 43 anni: perché l’imbragatura non lo ha salvato

Carpenedolo. l’operaio stava lavorando per conto di una ditta esterna alla Ghirardi. Fatale il volo da sette metri. È il settimo infortunio mortale a Brescia

L'azienda dove si è verificato l'incidente (Venezia)

L'azienda dove si è verificato l'incidente (Venezia)

Scivola dal tetto, fa un volo di sei-sette metri, si schianta su alcune lastre di marmo, e muore. Non c’è fine agli infortuni che da mesi funestano la provincia di Brescia. Ieri, in un’azienda della Bassa, l’ennesima vittima: è Andi Rexhepi 43enne operaio albanese che ha perso la vita alla Marmi Ghirardi. Di casa a Piancogno, in Valcamonica, padre di una ragazza di sedici anni, Rexhapi a quanto ricostruito lavorava per conto di una ditta esterna, la Mocam di Bienno. Nell’azienda del marmo era incaricato di sistemare le coperture dei capannoni danneggiate da una grandinata estiva. Per questo si era arrampicato su un tetto quando poco prima delle otto del mattino è volato di sotto, senza avere scampo. L’uomo è precipitato sopra dei lastroni di pietra, morendo sul colpo.

Le indagini

In un primo momento si era sparsa la voce che Rexhepi fosse privo di imbragatura. Ma i colleghi e i soccorritori lo hanno trovato a terra, esanime, regolarmente imbragato e con il caschetto. Tutti aspetti, comunque, che saranno vagliati dalla magistratura, la quale come da prassi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo (per ora senza indagati). Quello di ieri è il settimo incidente mortale sul lavoro nel 2024 nel Bresciano. Considerando anche i quattro operai deceduti a Firenze nel cantiere Esselunga lo scorso febbraio, operai che dimoravano - o avevano dimorato - nell’Ovest della provincia, la conta delle vittime assume proporzioni inquietanti.

I precedenti

Il 4 marzo aveva perso la vita a Esine, mentre si recava al lavoro, il 23enne marocchino Mahmoud Bel Mziouka. Il 28 febbraio il 61enne bergamasco Giorgio Vavassori, schiantandosi in moto contro un mezzo della Ario di Pontoglio per cui lavorava. Il 17 febbraio, appunto nel cantiere di Firenze dove erano in trasferta, Mohamed Er Ferhane, marocchino 24enne, Bouzekri Rahimi, connazionale d 56 anni, di Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni e il 45enne del Marocco Taofik Haidar, finiti sotto le macerie. Il 15 febbraio alla Scotuzzi Agriservizi di Longhena il 38enne di Dello Mattia Mauro è stato falciato da un mezzo agricolo. E ancora, il 30 gennaio il 51enne portoghese Joao Rolano Martins Lima è stato investito da un treno vicino alla stazione di Chiari mentre prendeva servizio in un cantiere delle linee elettriche ferroviarie. E il 21 gennaio Fabrizio Bignotti, 51enne di Castiglione (Mantova) è morto alla Feralpi di Lonato carbonizzato da scorie incandescenti.

L’appello

I sindacati si sgolano ormai chiedendo "riforme urgenti": più controlli, più prevenzione, più sicurezza, più formazione (così il segretario generale di Ugl Paolo Capone e quello regionale Maurizio Buonfino). Sinistra Italiana invece denuncia: "A Brescia sono operativi solo 53 ispettori su una pianta organica che ne prevede 160". Si è mosso persino il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga. In una lettera si è appellato ai ministri, invocando "il coinvolgimento dell’intero sistema istituzionale della prevenzione per la salute e sicurezza sul lavoro in azioni preventive efficaci". "È urgente a giudizio delle Regioni intervenire su più fronti", ha scritto: formazione in sicurezza, coordinamento delle attività di controllo tra Asl e Ispettorato, un potenziamento delle risorse umane delle Asl da dedicare ai controlli.