
Il “traffico“ dei satelliti più visibile di galassie e nebulose. Il racconto di Lorenzo Montanari, operaio con otto telescopi .
Più satelliti che stelle cadenti. Chi in queste serate è andato a caccia di stelle cadenti, probabilmente è tornato a casa con la lista dei desideri pressoché intatta. Perché più delle stelle si è notato soprattutto il “traffico“ dei satelliti in orbita. La luna piena non ha agevolato la missione, ma a ridurre la probabilità di osservare corpi celesti notturni è soprattutto l’inquinamento luminoso che, in particolar modo in Lombardia, ha mandato da tempo in soffitta il cielo buio. Lo sa bene chi lo osserva tutto l’anno, e non solo nella parentesi agostana della Notte di San Lorenzo.
"Ormai mi sono specializzato in Sole, Luna, pianeti perché di nebulose o galassie non se ne vedono". A raccontarlo è Lorenzo Montanari, metalmeccanico di professione, astrofotografo “dal balcone di casa“ per passione. Come per molti, la passione per lo spazio è iniziata da bambino leggendo i libri presi in prestito dalla biblioteca di Montichiari e guardando Star Trek. A 16 anni col suo primo telescopio inizia a osservare la Luna e nasce l’interesse per le stelle doppie. "Tanti comprano il telescopio e poi lo archiviano perché se ne stancano. Chiaro che se ci si limita a osservare sempre la stessa cosa, in genere la Luna, dopo un po’ ci si annoia. Ma se si iniziano a seguire i fenomeni transienti, a cercare gli impatti dei meteoriti, la curiosità fiorisce".
Dagli anni Duemila Montanari si è dedicato con sempre maggiore impegno a questa passione. "Oggi ho 7, 8 telescopi, ognuno con la propria specificità. Purtroppo l’inquinamento luminoso è un limite nel riuscire a vedere stelle e galassie". Ci sono ancora luoghi dove la visibilità è decente, ad esempio il Monte Maniva nel Bresciano, ma bisogna spostarsi di parecchi chilometri da casa. "Io ho aggirato il problema anche grazie alla fotografia – spiega Montanari – Ci sono telescopi che registrano l’immagine: dove si vede poco a causa dell’inquinamento luminoso, è una buona soluzione. Capisco che l’osservazione del cielo notturno possa sembrare fine a sé stessa. Ma l’umanità lo fa dalla notte dei tempi, perché è un istinto dell’uomo andare oltre i propri confini". Ogni osservazione è una sfida che richiede studio, precisione, pazienza e qualche viaggio. "Qualche anno fa ho preso le ferie per fotografare il transito di Mercurio davanti al disco del Sole. Quel giorno però pioveva in tutto il Nord Italia. Così ho caricato l’attrezzatura sull’auto e mi sono diretto a Sud. Sono arrivato fin quasi a Roma per trovare il sereno ma alla fine ce l’ho fatta".
A chi sa aspettare, stelle e pianeti regalano emozioni incomparabili, che Montanari ha voluto rendere accessibili anche a persone con disabilità motorie, sfruttando le competenze da metalmeccanico. "Ho realizzato una montatura con cui posso regolare l’altezza a piacimento. A Castellaro Lagusello, durante la manifestazione organizzata dall’Inaf “L’universo in tutti i sensi“, ho visto che per chi non ha mai messo l’occhio su uno strumento anche solo osservare il disco solare con le principali macchie è una soddisfazione". Accessibilità significherebbe anche ridurre l’inquinamento luminoso, affinché tutti possano tornare a riveder le stelle.