
Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
Bergamo, 1 aprile 2016 - Nuova udienza del processo Bossetti, unico accusato per l'omicidio di Yara Gambirasio. La seduta è stata dedicata all'ascolto dei testimoni portati dalla difesa. Fra i tanti "non ho visto nulla", due racconti sono emersi in particolare. Annibale Consonni, factotum della ditta di via Bedeschi di Chignolo d'Isola, ha riferito di non aver mai notato nulla di strano nel campo (ampio 525mila metri quadrati) in cui fu ritrovata la ginnasta di Brembate il 26 febbraio 2011. In quanto addetto alla pulizia della porzione di terreno dell'azienda, Bedeschi ha spiegato che a una cadenza men che settimanale era solito occuparsi della pulizia disboscando e togliendo erbacce. Nel corso di questi lavori l'uomo ha asserito di non aver mai notato nulla di strano, come appunto la presenza di un corpo nel campo. Peraltro, Consonni ha spiegato di aver sconfinato alcune volte, uscendo dal perimetro del terreno aziendale, per fumare oppure in cerca di nidi di fagiano, essendo un appassionato. Nemmeno in queste occasioni però Consonni ha mai notato nulla di strano o sentito odori sospetti. L'unica volta in cui questo è accaduto, ha riferito, è stato quando ha trovato la carcassa di un cane.
La seconda testimonianza di rilievo addotta dagli avvocati difensori di Massimo Bossetti è quella di Raffaele Verderame di Mapello che ha ricordato un momento particolare riguardante il giorno della sparizione di Yara. L'uomo ha spiegato che quella sera si trovava in auto con la moglie in via Lesina, alle spalle del centro sportivo. Mentre era al volante aveva visto arrivare in direzione opposta un furgone a velocità sostenuta. "Guarda come va", avrebbe detto Verderame alla moglie, osservando nello specchietto retrovisore lo stesso furgone, di colore bianco e chiuso. Una descrizione che non coincide con il mezzo di Bossetti, un cassonato. Il tesimone ha poi ricordato di aver riferito l'episodio ai carabinieri di Ponte San Pietro appena aveva sentito dai media la notizia sulla sparizione di Yara Gambirasio.
La Corte ha inoltre escluso una serie di testimonianze proposte dalla difesa, considerate ininfluenti o sovrabbondanti. Si tratta di persone che la sera della sparizione si trovavano nella zona centro sportivo di Brembate o per motivi lavoro a Chignolo, di alcuni giovani frequentatori di un gazebo, amici o parenti della vittima e della famiglia, l'addetta alle pulizie del centro sportivo, una banca, il criminologo Ezio Denti, sentito come consulente della difesa e lo psicologo Alessandro Meluzzi chiesto dalla difesa. Il processo riprenderà il 15 aprile con l'udienza di sette testimoni, fra cui il figlio maggiore di Massimo Bossetti, oggi 15enne. La testimonianza del ragazzo, chiesta dalla difesa, si svolgerà a porte chiuse: saranno quindi esclusi il pubblico e i giornalisti.
Sarà "inevitabile" una richiesta di perizia sul Dna trovato sul corpo di Yara Gambirasio e attribuito a Massimo Bossetti. Lo hanno detto i legali del muratore al termine dell'udienza di oggi al temine della quale i giudici hanno sfoltito la lista di testi chiesta dalla difesa. "Abbiamo 15 giorni per studiare - hanno spiegato gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini -, perché le richieste di prova ex 507 (quelle all'esito del dibattimento, ndr.) si discuteranno il 15 aprile. Ci consulteremo con i nostri genetisti, ma crediamo che almeno la richiesta sarà inevitabile»"
(ha collaborato Gabriele Moroni)