Fonteno (Bergamo), 16 dicembre 2024 – “La situazione è estremamente complicata”. Non usa mezzi termini Rino Bregani, medico del corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, appena rientrato al campo base allestito a Fonteno. Saranno ancora lunghe le operazioni all’interno della grotta Abisso Bueno Fonteno per soccorrere e riportare in superficie la speleologa bresciana Ottavia Piana, 32 anni, intrappolata da sabato sera a circa sei ore dall'ingresso della grotta dopo aver percorso 800 metri di meandro angusto e articolato in un punto che prima di allora era rimasto inesplorato. La ferita è “molto, molto grave, politraumatizzata. E la grotta impegnativa e molto lunga. L'ambiente era più difficile di quanto ci avessero detto. Ci avevano prospettato quattro ore di progressione, in realtà ce ne abbiamo messe più di sette per arrivare con i materiali, pur avendo qualcuno che ci accompagnava, che conosceva l’itinerario. Grotta molto stretta, allagata, grandi pozze e roccia molto marcia”.
I soccorsi

Da un giorno e mezzo squadre del Soccorso Alpino e Speleologico e personale sanitario stanno operando in profondità, al freddo, al buio e nell’umidità. Già nel 2023 la speleologa aveva avuto un analogo incidente nella stessa grotta ma, come riferisce il Soccorso alpino, in un altro punto. I soccorritori, che operano con lampade frontali, questa mattina hanno fatto sapere che l'infortunata "è vigile e collaborativa". In queste ore la difficoltà maggiore legata al fatto che il tratto più stretto non è ancora stato superato dalla barella e da altri soccorritori. Dal termine del tratto più stretto all'uscita seguirà un lungo tragitto, sempre impervio ma più lineare. All'interno della grotta sono presenti circa una ventina di soccorritori anche per attività di disostruzione dei meandri più stretti.
"Situazione di estrema drammaticità”
"Ventiquattro ore in grotta, lavorando per un ferito molto grave, è una situazione estremamente estenuante – prosegue Bregani –. Faticosissima fisicamente, per 16 quasi senza fermarsi siamo saliti e scesi in strettoie verticali, con i pesi, più le otto ore che siamo riusciti a fare di lavoro sul ferito molto faticose a livello emotivo e psicologico, gravate anche dalla fatica della giornata svegli, della mancanza di alimentazione e dall’impegno fisico per arrivare dal ferito”.
E ancora: “È una situazione di estrema drammaticità, l’incidente agli stessi soccorritori è sempre dietro l’angolo, bisogna avere una grande cautela di se stessi, cosa che spesso si trascura perché si è molto concentrati sul ferito. Sappiamo che la situazione è sempre molto critica, può degenerare e peggiorare da un momento all’altro, le lesioni del ferito possono aggravarsi e non abbiamo mezzi diagnostici se non pochissimi, pochissima terapia e a fronte della gravità della situazione critica la conoscenza che l’ospedale non ci verrà in aiuto se non dopo giorni e giorni di progressione e recupero”.
Il punto con il soccorso alpino
Mauro Guiducci, responsabile nazionale e vicepresidente soccorso alpino speleologico ha fatto, nel primo pomeriggio di oggi, il punto sulla situazione: “Siamo sempre impegnati nel recupero della barella. Abbiamo altre squadre che stanno lavorando sulla disostruzione della parti più anguste, dove la barella avrebbe difficoltà a passare e abbiamo sempre l’équipe medica che monitora sempre lo stato di salute della paziente. Ottavia è stazionaria, si sta lavorando anche a livello psicologico. Essendo una speleologa esperta, sa quello che comporta un intervento di soccorso a quella distanza dall’uscita”.
Quanto alla tempistica necessaria a riportare Ottavia Piana alla luce del sole, Guiducci non si sbilancia: “È molto difficile da prevedere. Sono tantissime le problematiche che si hanno durante un intervento di questo genere. Comunque noi siamo già organizzati per garantire un intervento con le nostre squadre fino a tutta la notte di mercoledì”.
L’incidente
L'allarme per Ottavia Piana era scattato intorno alle ore 22,30 di sabato da alcuni amici della donna. La speleologa si è infortunata a circa sei ore dall'ingresso della grotta dopo aver percorso 800 metri di meandro angusto e articolato in un punto che prima di sabato era rimasto inesplorato. Sul posto si sono recati uomini del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico provenienti da Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto. Domenica alle 13,30 circa l'infortunata è stata trasportata in un punto all'interno della grotta dove è stato allestito un campo base riscaldato e nel tardo pomeriggio sono iniziate le attività di disostruzione del tratto più stretto nel quale la barella, per mano dei soccorritori, ha iniziato a muoversi ma il tratto più stretto questa mattina non era ancora stato superato. Le operazioni proseguiranno senza sosta, le tempistiche di uscita sono ancora incerte e sicuramente lunghe.
Il racconto del compagno di esplorazione
Giorgio Pannuzzo, uno degli speleologi esperti che era presente nell’Abisso Bueno quando è accaduto l’infortunio a Ottavia Piana. Ecco il suo racconto: “Eravamo un gruppo di dieci persone suddivise in tre sottosquadre. Una di queste è quella in cui c’era Ottavia, a un certo punto persone di questa squadra ci hanno avvisate che c’era stato un incidente. Ci siamo riuniti tutti quanti per prendere in mano la situazione e capire come muoverci. Ci hanno detto che mentre percorrevano una via già percorsa all’andata, un pezzo di roccia le è ceduto sotto i piedi. Purtroppo sotto c’era un vuoto di 6, 7 metri”.
La speleologa era preoccupata, dolorante ma soprattutto incredula: “Non si sarebbe mai aspettata che succedesse a lei ancora una volta. È una speleologa esperta, non avrebbe mai rischiato”.