Omicidio di Sharon, papà Verzeni e le ipotesi sull'assassino: “Uno conosciuto? Siamo sicuri che non sia stato Sergio”. E lui: “Torno a lavorare”

Terno d’Isola, a quattro settimane dal delitto manca ancora un sospettato ufficiale, così come un movente e anche l’arma utilizzata per colpire la ragazza

Bergamo, 26 agosto 2024 –  “Oggi non vado a lavorare, vado domani”. Sono queste le parole di Sergio Ruocco, stando a una trasmissione della Rai, mentre arriva in via Adda a bordo della Punto rossa guidata da Bruno Verzeni, il padre di Sharon, la 33enne uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Il 37enne tenta di dribblare i giornalisti, ma alla domanda se per oggi sono previste nuove convocazioni da parte dei carabinieri risponde: “Non penso, quello che sappiamo lo abbiamo già detto”. E ribadisce: “Spero che i carabinieri trovino alla svelta l'assassino: noi non possiamo aiutarli più di tanto. Non penso comunque sia una persona che conosciamo”.

I cronisti chiedono poi che impatto avrebbe scoprire che l’assassino è una persona conosciuta e a quel punto interviene il padre della vittima: “Sarebbe peggio, ma non pensiamo proprio”. E sottolinea: “Siamo sicuri che non sia stato Sergio: è stato qualcuno che non la conosceva così bene”. Il legame tra i genitori di Sharon e il fidanzato della figlia è molto stretto: già in passato il padre di lei aveva ribadito la sua fiducia verso l'idraulico di 37 anni, sostenendo che per loro “è come un figlio”.

I genitori di Sharon Verzeni insieme al fidanzato della figlia Sergio Ruocco e, a destra, la vittima
I genitori di Sharon Verzeni insieme al fidanzato della figlia Sergio Ruocco e, a destra, la vittima

Nonostante le indagini proseguono a ritmo serrato, a quattro settimane dal delitto, manca ancora un sospettato ufficiale per l’assassinio. Non ci sono neppure un possibile movente e non è stata trovata l’arma utilizzata per colpire la ragazza. Di quella notte risulta con certezza – dopo l’autopsia – solo l’aggressione, velocissima e violenta: tre fendenti alla schiena e uno al torace. La giovane ha implorato aiuto e fatto una disperata telefonata al 118: “Mi ha accoltellata”. La domanda, da allora, è sempre la stessa: chi?

Dopo aver riascoltato la settimana scorsa il compagno Sergio Ruocco (insieme al padre Mario e qualche giorno dopo la madre), i genitori, i fratelli e i colleghi di Sharon, anche oggi gli inquirenti vanno avanti con le audizioni di possibili testimoni. Vengono sentiti altri residenti di via Castagnate (dove è avvenuto il delitto) e, probabilmente, saranno chiamati anche alcuni membri di Scientology, la chiesa alla cui la 33enne si era avvicinata di recente.

Nel frattempo, c’è attesa di notizie dal Ris, che sta analizzando i reperti raccolti sul luogo dell’omicidio e si occupa dell’autopsia sul corpo della donna, alla ricerca del Dna del colpevole. L’azione dell’assassino è stata fulminea, tanto (questo è il timore) che il suo codice genetico non sia rimasto impresso sulla vittima. Dopo i primi quaranta campioni salivari raccolti, prosegue la profilatura "a campione", per esclusione, per l’estrazione del Dna. Sono stati acquisiti per primi i campioni biologici della cerchia più vicina a Sharon, di alcuni residenti, dei possessori dei telefonini che hanno agganciato la cella che copre via Castegnate nei momenti in cui veniva consumato il delitto.

E chissà che non emerga qualche elemento fondamentale alle indagini dai cellulari e pc prelevati a casa della coppia, a Terno d’Isola, nell’ultimo sopralluogo dei carabinieri della scientifica. O dalle migliaia di immagini delle telecamere private o pubbliche, comprese tra un’ora prima e un’ora dopo il delitto, su cui stanno lavorando i carabinieri del Ros–crimini violenti, arrivati in appoggio ai colleghi del Nucleo operativo di Bergamo e a quelli della Compagnia di Zogno, coordinati dal pm Marchisio.