Omicidio di Stefania Rota, il cugino non risponde ai magistrati: il mistero delle due chiamate il giorno della morte

Ivano Perico, in carcere con l’accusa di aver ucciso la 62enne, si è avvalso della facoltà di non rispondere

Stefania Rota e la casa di Mapello dov'è stata trovata morta

Stefania Rota e la casa di Mapello dov'è stata trovata morta

Bergamo – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Ivano Perico, 61 anni, arrestato sabato dai carabinieri di Bergamo con l'accusa di aver ucciso la cugina Stefania Rota, 62 anni, a Mapello.

L'uomo, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per di omicidio volontario, oggi alle 11 è comparso davanti al gip Massimiliano Magliacani per l'interrogatorio di garanzia nel carcere di via Gleno a Bergamo, alla presenza della pm Letizia Ruggeri e dell'avvocato d'ufficio Stefania Battistelli, e ha scelto di non rispondere alle domande.

Rimangono quindi ancora senza risposta i tanti interrogativi relativi al caso. A iniziare dall’arma del delitto e dal movente dietro al delitto. Tra i punti da chiarire anche la natura del rapporto che legava Perico alla cugina. In particolare i magistrati vogliono chiarire il contenuto delle ultime due chiamate fatte da Perico alla Rota l’11 febbraio, ultimo giorno di vita della donna: una alle 13.13, durata 520 secondi, e un ulteriore contatto delle 14.36, della durata di 5 secondi. 

Secondo quanto ricostruito finora l’omicidio della 62enne è avvenuto l’11 febbraio scorso nella sua casa di via XI Febbraio a Mapello, ma il cadavere è stato ritrovato solo il 21 aprile in avanzato stato di decomposizione.