L’omicidio di Stefania Rota e quel cugino “violento”: le 109 telefonate, le bugie, l’amicizia particolare

Oggi l’interrogatorio in carcere per Perico, 61 anni. A morte già avvenuta aveva chiamato la cugina: per gli inquirenti erano tentativi di depistaggio. "Su di lui gravi indizi"

Stefania Rota

Stefania Rota

Mapello (Bergamo) – Ha tenuto nascosta la morte della cugina. E ha mentito per allontanare i sospetti. Ivano Perico, 61 anni, ex rappresentante di birre, sposato e padre di una figlia di 17anni, da sabato in carcere con la pesante accusa di omicidio, oltre che il cugino della porta accanto, era anche un confidente per Stefania Rota, 62 anni.

Le chiamate del cugino

Descritto con una personalità violenta, dal 16 luglio 2022 all’11 febbraio 2023, giorno della morte della donna, aveva chiamato Stefania al cellulare 109 volte nell’arco di sette mesi. Ultima chiamata al telefono quell’11 febbraio, alle 13.13, durata 520 secondi, e un ulteriore contatto delle 14.36, della durata di 5 secondi. Si tratta di chiamate in entrata nell’utenza di Stefania da parte del cugino.

Il depistaggio

"Sa già che è morta, è un depistaggio a mente lucida", così si legge nell’ordinanza che ha portato al suo arresto. Le chiamate da un lato confermerebbero che la loro era un’amicizia profonda: a Mapello in questi giorni in molti hanno raccontato di averli visti più volte insieme. Insomma, i due avevano una frequentazione. Oppure si cela altro? Solo l’indagato (assistito dall’avvocato Stefania Battistelli) potrà eventualmente spiegare il movente che lo ha spinto a uccidere. E con che cosa. Lo potrà fare, se vorrà, già questa mattina durante l’interrogatorio di garanzia. A inchiodarlo per gli inquirenti ci sarebbero "gravi indizi". La data dell’omicidio è l’11 febbraio, ma il corpo della 62enne verrà scoperto solo il 21 aprile, quando i carabinieri del reparto Scientifico di Bergamo entrano nell’abitazione di via XI Febbraio. Lì Stefania abitava da sola. Poco più in la, il condominio color giallo ocra del cugino Ivano. A dividerli un magazzino.

Chi era Stefania Rota

Stefania Rota, donna schiva, molto riservata, poco incline alle amicizie del paese, quasi una solitaria, relazioni limitate. Viveva con la pensione, e in più accudiva gli anziani. Donna scrupolosa. Come testimonia il diario che hanno scoperto i carabinieri quando sono entrati nell’appartamento per il sopralluogo, il 2 maggio. Lì la donna è stata trovata cadavere, nel salotto, con addosso il cappotto e ai piedi le scarpe: a ucciderla lesioni importanti alla testa, una ferita lacero contusa e un ematoma nella regione frontale del volto, e ancora fratture dell’osso ioide e della cartilagine tiroide.

L’indagine

Gli investigatori si accorgono che la porta di casa è chiusa dall’interno con due mandate. Saracinesche abbassate (per non far scoprire il cadavere). Ma le chiavi non ci sono, così come il cellulare della vittima e la borsa con all’interno i documenti, e la carta di credito. Spariti e non ancora trovati. Durante la perquisizione i militari si imbattono in una agenda, una sorta di diario, lasciato sul tavolo in cucina. In quelle pagine Stefania annotava tutto o quasi quello che faceva durante la giornata. Aveva anche scritto una frase sibillina, un avvertimento per se stessa: "Stefi attenta a Ivan". Cosa temeva? E la compilazione finiva all’11 febbraio.

La ricostruzione dell’ultimo giorno

Quel giorno, il suo ultimo da viva, si era alzata alle 8.40, aveva fatto colazione al bar, benzina alla sua Ford Fiesta blu, poi un salto al centro commerciale di Curno per fare le spese. Poi il silenzio. A chi a Ivano chiedeva informazioni della cugina, lui rispondeva in modo vago: "E’ via con uno", "E’ andata a lavorare lontano", "E’ da una persona dalla quale aveva già lavorato". Per gli inquirenti un chiaro tentativo di nascondere la morte della donna. Altro indizio a carico, la Ford Fiesta della vittima che risulta essere stata utilizzata anche dopo la morte della 62enne. Dall’analisi del tracciato Gps è emerso che il 10 aprile alle 7.38 l’auto è stata spostata da Mapello fino a Ambivere.