Bergamo, 20 luglio 2024 – Il computer degli orrori. A custodirlo in casa era un sessantenne residente in provincia di Bergamo: decisive, per l’arresto, le segnalazioni circa la sua attività giunte in Italia dall’organizzazione statunitense National center for missing & exploited children.

Al termine degli accertamenti sono stati scoperti e sequestrati più di 1.000 file contenenti foto e video di natura pedopornografica, alcuni dei quali vedono il coinvolgimento di bambini e bambine piccolissime.
Le segnalazioni
Le prime avvisaglie risalgono al 2021, quando alcuni file sospetti vengono caricati su due piattaforme cloud, condivise con un ampio pubblico di orchi. Seguono successivi allarmi, con periodici accessi a spazi in rete, nell’intervallo di tempo fra febbraio 2021 e maggio 2024.
Scatta, a questo punto, l’indagine della polizia postale. Gli operatori hanno passato al setaccio connessioni internet e indirizzi IP utilizzati per mettere on line foto e video, riuscendo a identificare, al termine degli accertamenti, il sessantenne bergamasco.
Le perquisizioni
Oltre alle tracce dei passaggi nelle piattaforme cloud, nel corso delle ispezioni in casa dell’uomo, gli agenti hanno recuperato anche numerosi dispositivi di archiviazione di massa. Terribile il bilancio finale: fra spazi “incorporei” e dischi fissi sono stati scovati più di mille file con foto esplicite di bambini e bambine.
Tutto il materiale sequestrato sarà ora analizzato dagli esperti della polizia postale, per risalire all’identità delle vittime, italiane e straniere, oltre che i componenti della rete che avrebbero scambiato file con il sessantenne sotto accusa.