
Per la Fiera si punta ad arrivare a 30mila metri quadrati con un intervento da 40 milioni di euro
Bergamo – Il progetto è ancora in una fase istruttoria, ma passo dopo passo ci si sta avvicinando all’obiettivo. Si avvicina la fermata del treno alla Fiera di Bergamo, che presto potrebbe diventare realtà. Il progetto preliminare elaborato dalla società Transplan è stato inviato a Rfi e Regione Lombardia, che dovranno ora esprimere il loro parere. Se il responso sarà positivo, si potranno intanto realizzare i sottopassi ciclopedonali in corrispondenza della ferrovia e della nuova via Lunga, il cui costo, ancora da quantificare, sarà a carico di Bergamo fiera nuova,la società proprietaria del polo espositivo.
La decisione di Rfi e Regione Lombardia non potrà farsi attendere troppo, “perchè è necessario che i sottopassi siano costruiti mentre sono in corso i lavori per portare la linea ferroviaria fino all’aeroporto di Orio al Serio”, sottolinea Giuseppe Epinati, amministratore unico di Bergamo fiera nuova. “Siamo ancora in una fase istruttoria - spiega Epinati - e poi ci sarà anche da capire se la fermata del treno sarà dedicata alle sole manifestazioni fieristiche o servirà anche al parcheggio di interscambio. Ma questa sarà una decisione che dovranno concordare Comune, Bergamo fiera nuova e Promoberg, che ha in gestione gli spazi di via Lunga fino al 2029”.
Entro ottobre, invece, sarà pronto il concept masterplan per l’ampliamento della Fiera chiesto dalla proprietà al Politecnico di Milano. “Il piano strategico presentato dalla società di consulenza Pwc alla fine del 2024 ha evidenziato che se la Fiera di Bergamo vuole essere competitiva deve raddoppiare gli spazi”. Ovvero arrivare a 30mila metri quadrati, con un intervento da 40 milioni di euro diviso in tre lotti funzionali - due dei quali relativi a due nuovi padiglioni espositivi, ognuno da 6mila mq, l’altro all’adeguamento di quello già esistente - in modo da consentire a Promoberg di non interrompere l’attività. E qui si apre il capitolo dei finanziamenti. L’importo necessario sarebbe, infatti, per metà coperto da mutui, mentre per l’altra metà è stato chiesto un contributo alla Regione Lombardia, che però devo ancora esprimersi.