Giornata delle vittime del Covid, la cerimonia a Bergamo. Gentiloni: “Immagini delle bare su camion militari scossero l’Europa”

Il sindaco Gori: “Onoreremo la memoria dei morti quando riaffermeremo il valore insostituibile della salute pubblica e del Servizio sanitario nazionale”. Il presidente dell’Ordine dei medici: “La rinascita non c’è stata, tutto è rimasto come prima”.

Bergamo, 18 mrazo 2024 – A Bergamo appuntamento con la commemorazione delle vittime del Covid nel giorno in cui se ne celebra la Giornata nazionale ricordando quando, nel 2020, i camion dell'Esercito stipati di bare attraversarono la città lombarda. La cerimonia si è aperta intorno alle 11 al Cimitero Monumentale con l'intervento del sindaco Giorgio Gori. Presente il Commissario europeo per l'Economia, Paolo Gentiloni, e del presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli.

 Alla commemorazione  c'erano anche l'assessore regionale lombardo al Welfare, Guido Bertolaso e gli assessori regionali Paolo Franco e Claudia Maria Terzi. 

Duro l’intervento del presidente del presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, Guido Marinoni: ““La rinascita non c’è stata, tutto è rimasto come prima”.

Giorgio Gori

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha sottolineato: "Onoreremo fino in fondo la memoria dei bergamaschi e degli italiani che sono caduti a causa della pandemia se e quando riaffermeremo, con i fatti, il valore insostituibile della salute pubblica e del Servizio sanitario nazionale”. Gori ha ripercorso i giorni drammatici della prima fase della pandemia a Bergamo, quattro anni fa epicentro mondiale, in una sorta di diario di quanto accadde, e ha poi ripercorso gli anni della ripresa e il volano per la città che è stata l'assegnazione con Brescia di capitale della cultura. Ha poi concluso guardando al futuro: “C'è un motto dell'Associazione Nazionale Alpini che mi capita spesso di richiamare. Dice: 'Onoriamo i morti aiutando i vivi’. A me pare si adatti perfettamente anche alla giornata di oggi, anche alla commemorazione delle vittime del Covid”.

Il commissario europeo Paolo Gentiloni
Il commissario europeo Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni

Gentiloni nel suo intervento ha fatto riferimento alle immagini di quando i carri militari con le bare lasciavano Bergamo: “Quelle immagini hanno anche risvegliato qualcosa nella coscienza dell'Europa, la necessità di un grande intervento comune di solidarietà dopo le prime settimane di chiusura ed egoismi nazionali. Oggi sono qui per rendere omaggio alle vittime e alle famiglie e per ringraziare il personale sanitario” ha detto. “Quando Bergamo e l'Italia avevamo bisogno della solidarietà, la solidarietà europea è tardata, abbiamo faticato in quei giorni a superare questo ostacolo. Poi con il passare delle settimane, dei giorni perché tutto è avvenuto molto rapidamente, queste risposte di chiusura, negative, hanno lasciato il campo ad una prova di solidarietà incredibile a livello europeo, davvero senza precedenti".  

Guido Bertolaso

“Occorre mantenere vivo il ricordo: è importante farlo soprattutto in un Paese come il nostro, dove si tende a dimenticare in modo troppo rapido”, ha detto l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso. «Non dimentico medici, infermieri, operatori del 118 che hanno perso la vita lavorando per contrastare l'avanzata del virus. Quell'emergenza è alle spalle e ha lasciato in eredità la spinta per migliorare e riorganizzare la gestione dei servizi socio-sanitari: in Lombardia lo stiamo facendo col massimo impegno per dare le risposte che i cittadini si attendono”. 

Attilio Fontana

Il governatore lombardo Attilio Fontana ha mandato un messaggio: "A 4 anni di distanza, ricordiamo tutti coloro che ci hanno lasciati. A loro la nostra preghiera". Fontana ha rivolto "un abbraccio sincero a chi ha perso i propri cari. Un pensiero anche a tutto il personale sanitario che eroicamente ha combattuto per contrastare lo tsunami che ha colpito la Lombardia".

Guido Marinoni

"Oggi commemoriamo le vittime del Covid ed è importante che ci siano queste occasioni". Ma la realtà è che "ci siamo dimenticati rapidamente di tutto. Quando è successo, si diceva 'rinasceremo'. A reiterare il concetto c’era anche la canzone di Roby Facchinetti - 'Rinascerò, rinascerai' - ma mi pare che non sia rinato proprio niente, che tutto sia rimasto esattamente come prima, se non peggio. E non è stato solo il lockdown: ci sono state anche tutta una serie di paure che alla fine hanno prodotto, da un lato, il desiderio di rimozione e, dall'altro, il ritorno a una dimensione ancor più individualistica di prima".