FRANCESCO DONADONI
Bergamo

Coltellate alla moglie fuori da un supermercato a Seriate, Daniel Manda al magistrato: “Ho avuto un black-out fatemi rivedere i miei figli”

Il suo legale nei prossimi giorni potrebbe chiedere i domiciliari con braccialetto elettronico.

È il 6 gennaio scorso, i carabinieri fuori dal supermercato dove l’uomo ha accoltellato la moglie. La donna se l’è cavata, ora vuole tornare al lavoro

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Bergamo, 28 marzo 2025 –  Aveva sollecitato l’incontro con il pm titolare del fascicolo per poter spiegare, raccontare la sua versione dei fatti (davanti al gip Graziosi durante l’interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere). Daniel Manda, 48 anni, origini romene, autotrasportatore, dal 6 gennaio è rinchiuso nel carcere di via Gleno per tentato omicidio e stalking, Quella mattina con un coltello da cucina colpì ripetutamente la moglie Daniela Manda, 39 anni, romena, fuori da un supermercato di Seriate.

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Assistito dal suo difensore, avvocato Mele, il quarantottene ieri ha parlato davanti al sostituto, Emma Vittorio, per circa un’ora. “È apparso molto provato”, spiega l’avvocato. “Cosa ha detto in riferimento a quella mattina? Ha parlato di black-out, una sorta di corto circuito che lo ha mandato in tilt. Ha parlato dei figli (la coppia ha un figlio di 18 anni e una figlia di 14 anni, ndr), della loro situazione e non vede l’ora di poter prendersene cura, provvedere ai loro bisogni. Vorrebbe riprendere a lavorare per il loro sostentamento. Se ha accennato alla moglie? Certo, e si è detto molto dispiaciuto. Ma non è sceso nei particolari. Ha ripetuto più volte la parola black-out”.

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Il difensore di Manda nei prossimi giorni potrebbe chiedere per il suo assistito i domiciliari con braccialetto elettronico. Per quanto riguarda il coltello usato dall’imputato, sono in corso ulteriori accertamenti. Tornando alla mattina del 6 gennaio, Daniela, che solo alla vigilia della festa delle donne, ha trovato il coraggio per esporsi, ha raccontato di essere uscita da casa (lei abita a Seriate; lui casa a Pedrengo, dove vivono anche i figli), per prendere pane e brioche per poi andare a fare colazione con la sua amica. “Appena imboccata la strada principale, ho visto che lui mi seguiva con l’auto, ho mandato un messaggio alla mia amica, lei mi ha risposto di andare subito dai carabinieri, ma non credevo che potesse farmi del male davanti al supermercato”.

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Ora Daniela, che ancora porta addosso le “cicatrici” non vede l’ora di poter tornare a lavorare come magazziniera: “fisicamente è meglio ma è dentro che deve passare”. Lei lo aveva denunciato per maltrattamenti, querela che poi ha ritirato. Per sostenerla nelle spese i sindacati e la Rete contro la violenza di genere hanno avviato una sottoscrizione.