FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Seriate, accoltellata dal marito nel parcheggio del supermercato: “Vorrei incontrare i miei salvatori”

La 38enne ascoltata per la prima volta in Procura. Ha ripercorso quella scena terribile e ha parlato di chi l’ha aiutata

Il 6 gennaio a Seriate la donna è stata accoltellata 14 volte

Il 6 gennaio a Seriate la donna è stata accoltellata 14 volte

Bergamo – Ha ancora paura. E non è nemmeno del tutto guarita. Ci vorrà altro tempo. La lesione al tendine della mano destra le provoca fastidio e dolore. Uno dei 14 fendenti che il marito le aveva sferrato la mattina del 6 gennaio nel parcheggio del supermercato Lidl di Seriate l’ha colpita proprio lì. Intanto è casa, a Seriate, tra i suoi affetti. Declina l’intervista, non vuole parlare. Ma ieri mattina Daniela Manda, 38 anni, origini romene, è stata ascoltata in procura a Bergamo.

Ad attenderla nel suo ufficio il pm Emma Vittorio, titolare del fascicolo. È la prima volta dal giorno dell’aggressione. Al sostituto la donna, visibilmente provata, ha raccontato quello che è successo quella maledetta mattina. Ha ripercorso quella scena terribile, lui che si avventa su di lei come una furia e la colpisce con il coltello. Ha ricordato le persone che l’hanno salvata. Vorrebbe incontrare e ringraziare quel militare fuori servizio e quell’elettricista che casualmente si trovava a passare per Seriate.

Sono stati loro a immobilizzare l’uomo e tenerlo fino all’arrivo dei carabinieri della Tenenza di Seriate. Ma Daniela vorrebbe ringraziare anche la cassiera del supermercato che per prima si era mobilitata in suo aiuto. Un accenno anche al motivo scatenante che avrebbe armato la mano del marito Daniel Manda, 48 anni, pure romeno (la coppia non viveva più assieme), autotrasportatore, in carcere a Bergamo per il tentato omicidio della moglie aggravato dalla premeditazione e dal rapporto di parentela con la vittima) oltre che per stalking. Il suo arresto era avvenuto in flagranza di reato. Il motivo scatenante dell’aggressione. Lui non voleva che lei lavorasse (da un paio di anni ha trovato un’occupazione come magazziniera, posto che ora lei teme di perdere). Aveva cercato in tutti i modi di persuaderla. Non ne voleva sapere di quel lavoro.

Lei aveva rimesso la querela nei confronti del marito (che era stato denunciato per maltrattamenti) perché sperava in cuor suo che non la tormentasse mai più. Anzi, gli avrebbe fatto intendere che si vedeva con un’altra persona perché la smettesse di minacciarla, di pedinarla, di crearle uno stato di ansia. Lui dal carcere l’avrebbe contatta scrivendole utilizzando il cellulare del figlio (la coppia ha un maschio e una femmina).

Quel giorno nel parcheggio del supermercato di Seriate, quando l’uomo si stava già accanendo su di lei, sono intervenute diverse persone per bloccarlo. Persone che si sono fatte coraggio e sono unite proprio contro la violenza di quell’uomo accecato dall’odio e armato di coltello. Una scelta che le ha salvato la vita.