Legnano, omicidio Cancelliere: petizione online contro i domiciliari a Colombo

Raccolte 1500 firme in poche ore: "Nessuna pietà e niente domiciliari"

L'omicidio di Stefania Cancelliere; nel riquadro l'assassino Roberto Colombo

L'omicidio di Stefania Cancelliere; nel riquadro l'assassino Roberto Colombo

Legnano (Milano), 30 luglio 2015 - Poche settimane fa si era rivolto ad una sorta di “giuria virtuale”, scegliendo di autoriprendersi in un video della durata di 25 minuti, pubblicato poi su Youtube da una sua amica, per raccontare la propria verità e invocando comprensione e perdono. L’ex primario di Oculistica Roberto Colombo (condannato in appello a 17 anni di carcere per aver massacrato nel giugno 2012 a colpi di mattarello l’ex moglie Stefania Cancelliere, madre di tre figli) aveva quindi scelto - armato di webcam - di farsi “giudicare” direttamente dall’opinione pubblica. Ebbene, per lui è andata male. Malissimo. La condanna, in rete, è stata netta, forte e unanime, con tanto di adesione massiccia, anche in questo caso alla portata di un click, della petizione promossa dal fratello della vittima, Livio Cancelliere, con la quale si chiede che il medico killer vada una volta per tutte in carcere. Non solo infatti i commenti in rete sono stati di quelli pesanti, ma in meno di 24 ore si sono raggiunte le 1.500 firme necessarie per avanzare al ministro della Giustizia Andrea Orlando l’istanza mirata a rivedere gli arresti domiciliari a lui concessi. Attraverso la piattaforma di petizioni “Change.org”, si è dato infatti il via a una raccolta di firme online dal titolo “Giustizia per Stefania Cancelliere”, che così recita: «Uccisa dal suo ex compagno Roberto Colombo, condannato in appello a 17 anni di carcere. I giudici hanno deciso che l’assassino, dopo tre anni trascorsi in una casa di cura, da lunedì 27 luglio sta continuando i domiciliari nell’abitazione della madre. Ancora niente carcere quindi per questo feroce assassino, che potrebbe evadere e continuare a fare del male ai figli e ai familiari di Stefania».  Considerando il successo di adesione alla petizione, il popolo di internet a cui lo stesso Colombo si era rivolto nel suo video, ha scritto la sua sentenza: «Nessuna pietà e niente domiciliari», in attesa della Cassazione che si pronuncerà il prossimo 22 settembre. «Prima di quel tragico giorno - aveva detto l’uxoricida di fronte alla webcam - non ho mai fatto del male a Stefania. Fui io invece a subire aggressioni da lei, spinta dalla gelosia. Non mi esimo dal fardello della colpa. Ma non accetto le falsità su quanto realmente successo e quel presentare fatti non coerenti come un potpourri criminale contro di me. Per difendere la mia immagine in un mondo dove i media impèrano, questa scelta del video su internet, è l’unica strada da me percorribile». Come ultima parola della sua arringa on line, disse un «grazie», quasi dando per scontato che la “giuria del web” gli avrebbe creduto. E lo avrebbe assolto.

di Davide Gervasi