A Natale altro che panettone: l'alternativa lodigiana si chiama Pantolio

L’alternativa al classico panettone è stata ideata da Paolo Pellini ed è stata eletta dolce dell'anno

Paolo Pellini con il figlio Luca

Paolo Pellini con il figlio Luca

Caselle Lurani, 7 dicembre 2015 - Nel Lodigiano nasce il Pantolio, «alternativa al classico panettone». L’idea golosa e anti crisi è venuta a Paolo Pellini della storica Pasticceria La Svolta di Caselle Lurani.

Signor Pellini, ci racconti la vostra tradizione.

«La nostra è un’azienda artigianale con oltre 35 anni d’esperienza. Iniziammo nel centro di Milano, in Via Brera, con una piccola pasticceria cresciuta negli anni e che nel 2004 è stata trasferita a Caselle Lurani (Via dell’Artigianato 15, in Località Cusanina). E la qualità dei nostri prodotti e la professionalità, che da sempre mettiamo come priorità nel nostro lavoro, ci hanno permesso di avere l’onore di fornire i nostri servizi a importanti Società come Giorgio Armani, Santo Versace, Citterio e Gianfranco Ferré».

Conduzione familiare?

«Sì, siamo un laboratorio a conduzione familiare che ha mantenuto il suo spirito artigianale, lasciando inalterate le priorità per la migliore qualità del prodotto e del nostro servizio, il tutto per la massima soddisfazione dei clienti».

Quest’anno per Natale proponete il dolce Pantolio.

«Siamo sempre alla ricerca d’idee nuove e la grande novità in esclusiva della Pasticceria La Svolta adesso è il Pantolio, dolce da forno natalizio a bassissimo contenuto di colesterolo realizzato con l’olio Extra Vergine d’oliva Fruttato Teramese del Frantoio Montecchia e le olive Ascolane candite (che hanno un processo di canditura di 12 giorni). Ha un gusto, un aroma e una morbidezza mai provati prima e che non si trovano in altri prodotti. Queste caratteristiche hanno convinto la Fondazione Visconti di San Vito a premiarlo come “Dolce dell’anno”. E ora è in attesa di brevetto e marchio registrato».

Un difetto di questo dolce?

«Il Pantolio purtroppo ha costi maggiori, l’olio costa il triplo del burro e le olive il doppio dei canditi tradizionali, ma in ogni caso basta esser onesti e guadagnare sulla quantità, non sul singolo».

Cosa significa essere pasticceri oggi?

«In questi momenti di crisi vuol dire avere la possibilità di far ancora sorridere la gente e renderla felice anche per un attimo con la propria torta, benché attualmente i peccati di gola spesso siano i primi a saltare. Ma per noi, grazie ai nostri prezzi onesti, per fortuna tutti gli anni il lavoro aumenta».

Cosa vi differenzia dagli altri professionisti del settore?

«L’altissima qualità dei nostri ingredienti, la passione per quello che facciamo, i prodotti fatti a regola d’arte senza usare additivi chimici che se facilitano il lavoro, nel gusto sono gli stessi della grande distribuzione. Insomma, lavoriamo come lavoravano i nostri nonni. E dato che il made in Italy è molto apprezzato, da quest’anno stiamo esportando i nostri prodotti in Francia e Belgio per clienti esigenti che vogliono il prodotto artigianale di qualità».