Fusione, primi dubbi: «Ma così diventeremo periferia di Maleo?»

Cornovecchio, assemblea e raffica di quesiti di Mario Borra

I cittadini che hanno preso parte all’incontro sull’ipotesi di incorporazione col Comune vicino (Gazzola)

I cittadini che hanno preso parte all’incontro sull’ipotesi di incorporazione col Comune vicino (Gazzola)

Cornovecchio, 13 aprile 2015 - I tanti dubbi degli abitanti di Cornovecchio. Ieri pomeriggio, nel salone dell’oratorio, si è tenuta la prima assemblea per tastare il polso ai residenti sull’intenzione di fondersi con la vicina Maleo. Il piccolo centro della Bassa (230 abitanti) non ce la fa più: dissanguato dai tagli statali, senza oneri di urbanizzazione, senza aziende, senza negozi e con la popolazione che si assottiglia. Il sindaco Giuseppe Bragalini è stato chiaro: «Negli ultimi dieci anni siamo stati costretti a tagliare diversi servizi». L’idea è di unirsi per incorporazione con Maleo: Cornovecchio diventerà una frazione, ma lo Stato garantirà benefici economici, erogando per dieci anni una somma di denaro annua pari a una percentuale dello stanziamento del 2010 (circa di 165mila euro), annullerà l’effetto del patto di stabilità per cinque anni, mentre sulla richiesta di contributi i due Comuni avranno una corsia preferenziale. Di contro, gli organismi amministrativi, consiglio e sindaco, spariranno, i dipendenti di Cornovecchio saranno assorbiti da Maleo.

A supporto della procedura, già decollata a fine marzo con una delibera di consiglio, c’era il rappresentante regionale dell’Anci, Massimo Simonetta. «Non sono qui per vendere nulla. Ma la strada intrapresa della fusione serve per opporsi al declino. Per voi si tratta del primo caso, tramite incorporazione, in Lombardia». I cittadini hanno però sollevato diverse perplessità: l’ambulatorio medico rimarrà in paese? Il fabbricato del municipio rimarrà per sempre chiuso? Gli incentivi andranno in buona parte solo a Maleo? In sala erano presenti anche il vicesindaco di Maleo Francesco Bergamaschi, il sindaco di Santo Stefano, Massimiliano Lodigiani, che sta cercando di proporre un percorso simile con Corno Giovine, e il vicesindaco di Brembio, Giuseppe Sozzi, presidente dell’Associazione comuni del Lodigiano. «È normale che uno abbia paura di perdere quello che ha ottenuto nei secoli, ma questa è la strada. Il mio sogno è quello di riunire tutti e i tre comuni del Corno, Corno Giovine, Cornovecchio e Santo Stefano Lodigiano», ha detto Lodigiani. «Occorre allargare gli orizzonti – ha sottolineato Simonetta –. Cornovecchio e Maleo hanno un territorio omogeneo e questo permetterà di avere i servizi invariati a costi minori. Poi sarà compito di Cornovecchio far valere le proprie ragioni». Ora l’iter prevede che Maleo deliberi l’accettazione alla fusione e poi, entro 90 giorni, i due Comuni (prima Corno) dovranno promuovere il referendum (probabilmente tra settembre e ottobre). Solo se il risultato sarà positivo in entrambe le realtà, allora spetterà alla Regione la decisione finale (tra novembre e dicembre). Mano tesa di Maleo. «Da noi c’è la disponibilità. In un primo momento ho cercato di frenare, ma poi ho capito che è un’opportunità». mario.borra@ilgiorno.net