Il cammino di Santiago con le mani? Bobo Mainini lo farà

Il campione di Corbetta sfiderà ancora una volta la disabilità. E compirà il cammino di Santiago con la sua handbike

Bobo Mainini in handbike

Bobo Mainini in handbike

Corbetta (Milano), 27 agosto 2016 - Ci sono viaggi che hanno un sapore particolare e unico. Ci sono viaggi che ancora prima di cominciare lasciano dentro un’emozione difficile da descrivere. E poi c’è questo, che è molto di più di un viaggio. È la voglia di continuare a mettersi in gioco, con la forza di volontà, il carattere, la grinta e quella determinazione che da sempre lo contraddistinguono. Perché a volte il destino purtroppo decide di voltarti le spalle, ma l’importante è non lasciarsi scoraggiare e anche quando tutto sembra finito ecco che all’improvviso appaiono una nuova luce e una nuova strada. Bobo Mainini lo sa bene, anzi ha fatto molto di più: ha trasformato quel terribile incidente stradale durante una prova di rally che l’ha costretto in coma per 22 giorni e l’ha reso disabile all’80% (negli arti destri superiori e inferiori), in una vera opportunità. «Non bisogna fermarsi - afferma -. Dobbiamo guardare sempre e comunque oltre, cercando il lato positivo in ogni situazione che ci troviamo ad affrontare».

La ricerca per lui è rappresentata da una serie di imprese che ha realizzato in questi anni. Imprese passate, alle quali si aggiunge la prossima in programma a ottobre. «Ho deciso - continua il 64enne di Corbetta -. Vado in handbike fino a Santiago de Compostela». Bobo Mainini è pronto a partire per vivere l’ennesima bellissima esperienza. «In tanti mi chiedono chi me lo fa fare - commenta -. Oltre al grave incidente nel 1998, qualche settimana fa sono stato pure colpito pure da un infarto. Comunque non mi sono mai arreso, non volevo assolutamente, dovevo riprendere in mano la mia vita in tutto e per tutto. Certo, non potrò mai dimenticare il giorno dello schianto ad Imperia nel corso di una competizione; sono stato 22 giorni in coma, poi 7 mesi di ospedale, tra cure e riabilitazione e, infine, il referto: disabile all’80%. Basta con i rally, è stato il primo pensiero, dopo averci corso per anni e anni (ho iniziato che ne avevo 22). Invece la passione era troppo forte e sono tornato, riprendendo a gareggiare nel campionato mondiale disabili e facendo altre competizioni tra le quali anche l’apripista all’Abu Dhabi Desert Challenge».

Fino alla scoperta due anni fa, grazie all’aiuto del grande Alex Zanardi, dell’handbike. «Non sapevo nemmeno cosa fosse. Ne avevo sentito parlare, però non l’avevo mai provata o visto alcuni appuntamenti a riguardo - aggiunge l’ex pilota di rally -. Quasi per caso mi sono avvicinato e da quel preciso momento è diventata una parte fondamentale di me e non l’ho più abbandonata. Praticamente ogni giorno, infatti, esco per un giro (sveglia presto la mattina e si va: 50-60 chilometri a volta) e l’anno scorso mi sono cimentato in ben quattro viaggi differenti (da Corbetta a Lecce, quindi sono stato a Barcellona, ancora a Venezia e in ultimo il giro della Lombardia. Tutte esperienze uniche e indimenticabili che mi hanno regalato innumerevoli gioie ed emozioni). Mentre ora sono pronto per una nuova avventura, destinazione proprio Santiago de Compostela». La partenza sarà l’8 ottobre, 2.100 chilometri complessivi circa (70-80 al giorno), attraversando una parte della Liguria, della Francia e della Spagna per raggiungere la meta nel giro di un mese.