Como, ragazze schiave: sgominata la banda che gestiva la prostituzione

Una ragazza fruttava anche 500 euro a notte, circa 12mila euro al mese: bastava gestirne tre per arrivare fino a 40mila

L'operazione della polizia

L'operazione della polizia

Como, 1 febbraio 2018 – Una ragazza fruttava anche 500 euro a notte, circa 12mila euro al mese: bastava gestirne tre per arrivare fino a 40mila. Un giro d’affari da milioni di euro all’anno, emerso dall’indagine della squadra mobile di Milano, su un grosso traffico di prostituzione gestito da albanesi a Milano, che ieri ha portato all’esecuzione di 25 misure di custodia cautelare in carcere, tre delle quali a Como. Le ragazze coinvolte sarebbero una trentina, albanesi, rumene e moldave, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, gestite dal racket, e messe a lavorare per strada a Milano. 

Parallelamente è emersa una attività di spaccio di stupefacenti, nella quale si ritiene che gli sfruttatori investissero i profitti ricavati dallo sfruttamento della prostituzione. La Squadra Mobile di Milano, affiancata da quella di Como, ha arrestato a Orsenigo Skender Mejdani, 36 anni, ritenuto uno degli sfruttatori, mentre ad altri due albanesi sono contestati reati legati agli stupefacenti: Oltjon Kapaj, 38 anni residente a Turate, e Geljano, Faslliaj, 27 anni di Magreglio. Sono stati portati al Bassone, al termine delle perquisizioni svolte nelle loro abitazioni. Secondo quanto emerso dalle indagini, ogni ragazza valeva un affitto sul marciapiede di 100 euro a notte. Al vertice dell’organizzazione è stato individuato Kristian Marku, detto Zio, di 46 anni, affiancato da Renato Arapi, detto Kaci, di 38 e Oridian Fasillaj, detto Ori, di 32.

La gestione del sistema faceva capo a diverse figure, con distinti ruoli: i capi zona e i meri sfruttatori della prostituzione, che agivano in stretta collaborazione e previa autorizzazione dei primi circa le postazioni da occupare. Qui si inserivano i rumeni che compravano le ragazze, e che dovevano pagare l’affitto delle postazioni. Una sorta di tassa obbligatoria, il cui mancato versamento comportava violente ritorsioni e minacce ai danni sia degli sfruttatori che si erano rifiutati di pagare, sia delle ragazze che facevano capo a loro. Ma è stata la denuncia di una di questa ragazze a far scattare le indagini, iniziate nel 2015, durante le quali alcuni arresti per droga sono stati eseguiti in flagranza. Inoltre in un appartamento sono stati trovati 37mila euro in contanti e una pistola 7.65 carica.