Como, stop ai “giardinieri per caso”

Anche nelle province di Como e Lecco ora è obbligatorio il registro professionisti. “Una svolta storca” commenta Coldiretti, che ha sostenuto a lungo la necessità di una regolamentazione del settore.

Giardinieri all'opera

Giardinieri all'opera

Como, 7 luglio 2016 - Anche nelle province di Como e Lecco, la legge dice stop ai giardinieri per caso. Pensionati, studenti, appassionati desiderosi di arrotondare i redditi, ora saranno fuorilegge. Nel collegato agricolo appena approvato dal Senato – spiega la Coldiretti interprovinciale – è contenuta anche la norma che regola l’attività di manutenzione del verde attraverso l’iscrizione obbligatoria al Registro dei produttori florovivaistici. “Si tratta – puntualizzano il presidente Fortunato Trezzi e il direttore Raffaello Betti – di una svolta storica per la tenuta di parchi e giardini ottenuta grazie anche all’impegno profuso in questi anni dalla nostra organizzazione con l’appoggio di tutti i vivaisti. Adesso chi vorrà offrire questi servizi dovrà garantire qualità e competenza”. I vivaisti professionali sono già iscritti al registro, mentre per gli altri ogni Regione dovrà prevedere un percorso di formazione specifico per poi essere inseriti nell’elenco degli abilitati. Ricadute importanti per il territorio lariano, dove la tradizione della cura del verde pubblico è secolare e radicata, e rappresenta per le imprese una significativa voce di reddito.

Le imprese florovivaistiche delle due province si caratterizzano per un’elevata specializzazione colturale legata alle condizioni pedo-climatiche che ne hanno caratterizzato il successo nei decenni passati. La commercializzazione delle produzioni è sempre stata rivolta al mercato nazionale ed europeo: la crisi economica sta però colpendo queste aziende in modo incisivo negli ultimi anni: la vocazione florovivaistica conta 480 ettari in provincia di Como e 377 in provincia di Lecco. Secondo i dati Infocamere, sono oggi attive 384 imprese florovivaistiche nella provincia di Como e 142 in quella di Lecco che, nel complesso, occupano circa 1500 addetti. “E’ una giornata storica per il florovivaismo lombardo – afferma Nada Forbici presidente dell'Associazione Florovivaisti della Lombardia - vedere finalmente riconosciuta giuridicamente la nostra professione è una cosa altamente qualificante che ci mette in condizione di sconfiggere quello che da tanto tempo stiamo condannando: il lavoro nero e la concorrenza sleale”.