Giallo di Marcheno, imprenditore scomparso: "Quella sera ci fu una fumata anomala"

L'indiscrezione sui verbali emersa da Porta a Porta. La convinzione di inquirenti e investigatori, col tempo, è diventata quella che l'uomo non sia mai uscito dalla ditta in cui si producono leghe speciali LA SCHEDA / Tutte le tappe del giallo

Ris e cani cinofili

Ris e cani cinofili

Marcheno, 20 ottobre 2015 - Continua il giallo di Marcheno. I carabinieri di Brescia, con l'aiuto di cani specializzati, sono tornati nell'azienda dalla quale è scomparso l'8 ottobre scorso il 50enne imprenditore Mario Bozzoli. La convinzione di inquirenti e investigatori, col tempo, è diventata quella che l'uomo non sia mai uscito dalla ditta in cui si producono leghe speciali. Una convinzione espressa ieri dal procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno. "Gli elementi a nostra disposizione - aveva detto il magistrato - ci portano a ritenere che il signor Bozzoli non sia mai uscito da quella fabbrica".

Il legale della famiglia di Mario Bozzoli ha nominato un proprio consulente per esaminare il forno dell'azienda che produce lingotti di ottone. L'avvocato Patrizia Scalvi ha nominato la professoressa Giovina Marina La Vecchia, docente ordinario di Metallurgia alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Brescia. L'avvocato chiederà quindi di poter accedere nell'azienda, ora sotto sequestro, per verificare, in particolare, se un portellone del forno si possa aprire pur in presenza di temperature elevate come quelle richiesta per la fusione delle leghe speciali. 

Intanto, dal programma Porta a Porta è emerso che un operaio avrebbe fatto mettere a verbale un dettaglio su un impianto che la sera della scomparsa di Mario Bozzoli sarebbe stato riavviato in seguito a una fumata anomala. A far menzione di questo emergerebbe dai verbali è stato Andrea Biavardi, direttore della rivista "Giallo".