
Il blitz degli attivisti di Palestina Libera nella sede Leonardo di Sesto Calende
Sesto Calende (Varese), 23 luglio 2025 – Protesta degli attivisti di Palestina Libera, la campagna italiana del gruppo Palestine Action, che a Sesto Calende hanno scavalcato i cancelli e sono riusciti a salire sul tetto di uno degli edifici sede di Leonardo Helicopters-Training Academy, quindi con la vernice rossa hanno imbrattato l’insegna dell’azienda con la scritta “Produce genocidio”, in riferimento alle forniture militari al governo israeliano.
Inoltre, due attiviste si sono legate con catene all’ingresso per bloccare il passaggio di mezzi, mentre sono stati appesi uno striscione con la scritta “Palestina libera” e due bandiere,una della Palestina e dell’Irlanda. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine, gli attivisti sono stati identificati e accompagnati in Questura a Varese.
"E' inaccettabile – si legge in una nota diffusa dal gruppo – sostenere un governo criminale che sta commettendo un massacro e una pulizia etnica davanti agli occhi del mondo solo perché economicamente conveniente. Gli italiani non vogliono essere complici di questo genocidio. Siamo qui oggi per ricordare alla Leonardo che la Costituzione Italiana ripudia la guerra e noi non lasceremo che non la rispettino. Israele è sotto processo per atti di genocidio, il suo primo ministro Benjamin Netanyahu è un ricercato internazionale per crimini di guerra, su di lui pende un mandato di arresto della Corte penale internazionale. La Leonardo fa affari con queste persone, traendo profitto dal genocidio dei palestinesi".
Ha commentato il vicesindaco di Sesto Calende, Giorgio Circosta: “Le cause dei conflitti non possono essere ricercate in aziende come Leonardo ma nella rinnovata aggressività degli Stati, il periodo storico in cui viviamo è costellato da continue crisi internazionali che portano inevitabilmente a questo tipo di manifestazioni e proteste. Proteste che nei principi possono essere condivise ma nei metodi molto meno. Un plauso e ringraziamento va alla nostra Polizia locale e alle forze dell’ordine che hanno gestito la situazione in maniera professionale, garantendo la sicurezza di tutti”
Già nell’ottobre dello scorso anno il movimento Palestina libera aveva compiuto un blitz sempre nei confronti di Leonardo, l’azienda contestata per le forniture militari: l’azione di protesta era stato messa in atto di fronte allo stabilimento di Vergiate. Tre attiviste allora avevano lanciato vernice rossa contro un elicottero.