Saronno, morti sospette in corsia: parla l'infermiera che fece partire l'inchiesta

La donna ha anche raccontato di essere stata minacciata di morte da Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Busto Arsizio (Varese),15 giugno 2018 - Prosegue il processo in Corte d’Assise a Busto che vede come principale imputato Leonardo Cazzaniga, medico anestesista, ex vice primario del presidio ospedaliero di Saronno, imputato dell'omicidio di undici pazienti in corsia e di quelli di tre familiari (il marito, il padre, il suocero) della sua amante di un tempo Laura Taroni, infermiera nello stesso reparto. Oggi è stato il giorno della testimonianza di Clelia Leto, infermiera del pronto soccorso che con una segnalazione alla direzione e con un esposto-denuncia alla Procura di Busto determinò l'apertura dell'inchiesta. Leto, testimone dell'accusa e parte civile, ha parlato per oltre tre ore, raccontando il suo arrivo al pronto soccorso, nel 2012, dove Cazzaniga era una figura storica. L'infermiera lo ha descritto come narcisista, ipercritico nei confronti di colleghi e collaboratori.

A  proposito del protocollo Cazzaniga, ossia i trattamenti farmacologici che applicava a pazienti con pluripatologie o in fase terminale, la Leto ha detto in un primo tempo di averne sentito parlare in ospedale come un "chiacchiericcio". Successivamente, in occasione del ricovero di due anziane pazienti, aveva potuto verificare la volontà di Cazzaniga di applicare il suo protocollo e, in una occasione, ha raccontato di essersi rifiutata di collaborare. Dopo che un altro collega infermiere, Radu Iliescu, aveva presentato una segnalazione all'ospedale, la Leto ricorda che gli atteggiamenti di Cazzaniga si fecero minacciosi, tanto che una volta la seguì in auto e minacciò di morte.

HA COLLABORATO GABRIELE MORONI