Saronno, l’ultimo omicidio in corsia: sotto accusa il dottor morte

Annullata la condanna in Appello: nuovo processo all’ex aiuto primario Cazzaniga

il dottor Cazzaniga in Tribunale

il dottor Cazzaniga in Tribunale

Saronno, 15 aprile 2023 - Pare senza fine la vicenda giudiziaria di Leonardo Cazzaniga, ex aiuto primario al pronto soccorso di Saronno.

Nel carcere di Opera, Cazzaniga sconta la condanna definitiva all’ergastolo per gli omicidi di 8 pazienti e 2 morti in ambito familiare: Massimo e Luciano Guerra, marito e suocero di Laura Taroni, infermiera all’epoca sua amante.

I giudici della seconda Corte d’assise d’appello di Milano sono chiamati a decidere sul caso di Domenico Brasca, morto a 82 anni, il 18 agosto 2014, nella sua abitazione di Rovello Porro (Como), dopo poche ore trascorse al pronto soccorso. Era stato l’ultimo omicidio addebitato al medico. A settembre la Cassazione aveva annullato con rinvio (di qui il “ritorno“ a Milano) la sentenza di secondo grado, del 13 aprile 2021, che affermava la responsabilità di Cazzaniga per l’omicidio volontario di Brasca. I difensori Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora avevano contestato nel ricordo la mancata rinnovazione delle prove dichiarative (le testimonianze), determinanti per l’assoluzione di Cazzaniga in primo grado. Per questo i giudici d’appello hanno deciso la rinnovazione dibattimentale e disposto una serie di testimonianze per l’udienza del 4 maggio: Gaetano Iapichino, ex ordinario di anestesia e rianimazione alla Statale di Milano, uno dei periti che esaminò la salma di Brasca dopo l’esumazione; il medico che accolse il paziente al pronto soccorso; il radiologo; il consulente della difesa Furio Zucco. Il 30 maggio la requisitoria del procuratore generale Francesca Nanni.

L’esito letale , secondo l’accusa e le sentenze, era provocato con la somministrazione in rapida successione di farmaci in sovradosaggio. Opposta la versione del medico: era una terapia per lenire le sofferenze di pazienti ormai condannati. Nella sentenza i giudici d’appello avevano ribadito la condanna di Cazzaniga al carcere a vita, con alcune modifiche rispetto al primo giudizio: condannato per sette dei dieci omicidi di pazienti in corsia, l’imputato era stato assolto per tre ricoverati, ma era arrivata la condanna per la morte di Domenico Brasca, poi impugnata dalla difesa. Quindi condanne per otto casi, a cui si era aggiunta la conferma della condanna per i decessi di Luciano e Massimo Guerra.