ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Saronno, atti sessuali con giocatrice 14enne: come sono state scoperte le chat a luci rosse dell’allenatore

Il tecnico è stato sospeso dal club dopo una lettera delle famiglie alla Federazione: erano irritate perché l’uomo continuava a lavorare con le loro ragazze

Le chat a luci rosse scoperte sul telefonino (Archivio)

Le chat a luci rosse scoperte sul telefonino (Archivio)

Saronno (Varese) – Le accuse. Il limbo. La lettera di protesta delle famiglie. Fino alla rottura del contratto con la società: il coach sotto accusa è fuori. La Pallavolo Saronno ha sospeso L.P., l’allenatore del settore femminile (under 14 e 16) rinviato a giudizio il 20 giugno dal giudice del Tribunale di Busto Arsizio per atti sessuali nei confronti di un’adolescente della squadra (all’epoca dei fatti poco più che 14enne). È il secondo caso nella stessa provincia: nell’ottobre scorso l’allenatore di una squadra di Busto Arsizio era stato denunciato per molestie a una giocatrice di 15 anni.

La scoperta

I fatti risalgono al periodo settembre-novembre 2021. Un genitore scopre sul cellulare del figlio una chat frequentata anche da adulti. Fra gli iscritti c’è l’allenatore della Pallavolo Saronno. I contenuti sono espliciti. Dal telefono del tecnico (poi sequestrato) emerge un intero campionario a luci rosse e una seconda chat di Telegram per lo scambio di immagini e video.

È in questo spazio virtuale che si materializza il contatto tra l’allenatore e la giovanissima giocatrice di Saronno. L’inchiesta, partita a Brescia, arriva così a coinvolgere Busto Arsizio. I magistrati avvisano la famiglia della minorenne e l’esito è nella denuncia: atti sessuali con minore. La Procura non adotta però misure cautelari nei confronti del coach, sostenendo la tesi del rapporto consensuale. Per questo L. P. non viene sospeso dalla squadra femminile per un anno e mezzo.

La lettera dei genitori

Nei giorni scorsi un gruppo di genitori ha scritto alla Federazione e a diverse associazioni esprimendo "disappunto per la mancata sospensione". Nel testo le famiglie sollecitavano l’intervento "degli organi federali della pallavolo ai fini di cautelare le ragazze". Quello della minorenne non sarebbe per altro un caso isolato: a carico dell’allenatore ci sarebbe un’altra denuncia e sarebbero in corso accertamenti su nuovi episodi di molestie. Infine, ieri, la decisione della società: "Il 23 giugno abbiamo appreso del rinvio a giudizio da parte della Procura e abbiamo subito attuato il provvedimento", spiega il direttore sportivo Roberto Munk.

Attenzione sul caso

La famiglia della giovanissima pallavolista, difesa dagli avvocati Erika Trolese e Rebecca Stefanuti del foro di Milano, si è costituita parte civile. E segue il caso anche l’associazione Changethegame, impegnata nella battaglia contro violenze e abusi sessuali nel mondo dello sport: "È sconcertante – dice la presidente dell’associazione Daniela Simonetti – che l’allenatore abbia continuato a lavorare per mesi e non risulti ancora aperto un procedimento disciplinare nei confronti di una persona pericolosa".

(Ha collaborato Ivan Albarelli)