
Lavinia Limido, 37 anni, e Marco Manfrinati
Varese, 20 gennaio 2025 – Il pubblico ministero Maria Claudia Contini, di Varese, ha depositato l'avviso di conclusioni indagini, atto che di solito precede il rinvio a giudizio, nei confronti di Marco Manfrinati. L'ex avvocato di Busto Arsizio, 40 anni, è accusato dell'omicidio dell'ex suocero Fabio Limido, 71 anni, assassinato con 25 coltellate, e del tentato omicidio dell'ex moglie Lavinia Limido, 38 anni, anche lei accoltellata al volto e ridotta in fin di vita. A scatenare la furia omicida dell’uomo, i contrasti all’interno della coppia, separata e destinata al divorzio, per la gestione del figlio di tre anni.
L’omicidio 8 mesi fa
I fatti risalgono al 6 maggio 2024: la violenta aggressione avvenne in via Ciro Menotti a Casbeno, dove la famiglia Limido ha la propria attività lavorativa. A Manfrinati il pubblico ministero ha contestato le aggravanti della crudeltà, del legame di parentela e della minorata difesa in relazione all'omicidio di Fabio Limido e della premeditazione, della crudeltà e dell'aver agito nei confronti del coniuge per quanto riguarda il tentato omicidio dell'ex moglie. Manfrinati, assistito dall'avvocato Fabrizio Busignani, ha venti giorni per difendersi, ovvero per depositare eventuali memorie difensive a favore del suo assistito. I famigliari di Limido, assistiti dall'avvocato Fabio Ambrosetti, sono pronti a costituirsi parte civile.

Il processo parallelo
Marco Manfrinati deve inoltre affrontare anche un processo per il reato di stalking, ovvero per avere violato il divieto di avvicinamento al domicilio dell’ex coniuge e ai famigliari della donna e di porto abusivo di coltello. Lo stesso Manfrinati, che è già a processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti dell’ex moglie e dell’ex suocera Marta Criscuolo, il 29 gennaio renderà esame davanti al tribunale di Varese in merito all’incolpazione per stalking. Durante un’udienza del processo in corso, lo scorso 16 novembre, erano state portate all’attenzione della giuria una serie di mail persecutorie che Manfrinati inviava alla moglie e al padre contenenti minacce e insulti.
Non solo: dal carcere di Busto Arsizio, dove è detenuto per l'omicidio e il tentato omicidio, Manfrinati a settembre ha inviato una cartolina alla ex suocera con il messaggio: “Sentitissime condoglianze per la dipartita di quel brav'uomo morto quattro mesi fa, che ora sarà con gli angioletti. Sinceramente, Marco”. Nessun segno di pentimento, dunque, elemento che potrebbe giocare a sfavore dell’uomo quando prenderà il via il processo.