"Non ha fatto nulla per evitare arresto e carcere". La Cassazione chiede sia rivisto il risarcimento a Binda

La Cassazione dubita sul risarcimento a Binda assolto in via definitiva dall'accusa di omicidio Macchi. Secondo gli ermellini il cinquantenne non avrebbe fatto nulla per evitare arresto e carcere. La sentenza della Corte d'Appello di Milano viene annullata con rinvio.

Sul delitto Macchi – risalente al 5 gennaio 1987 – arrivano i dubbi della Cassazione sul risarcimento a Binda assolto in via definitiva da ogni accusa. Secondo gli ermellini il cinquantenne non avrebbe fatto nulla per evitare arresto e carcere e il suo risarcimento andrebbe rivalutato. Binda sapeva di essere indagato dal 5 agosto 2015, l’arresto (con la detenzione in carcere per quasi tre anni) arrivò nel gennaio 2016. La Corte ha annullato con rinvio la prima sentenza della Corte d’Appello di Milano che gli riconosceva un risarcimento di circa 300mila euro per l’ingiusta detenzione. L’avvocato Patrizia Esposito, difensore del brebbiese col collega Sergio Martelli, sottolinea: "E che avrebbe dovuto fare oltre a sostenere di non aver ucciso nessuno, tanto meno Lidia Macchi? Da agosto a gennaio non ha mai contattato nessun possibile testimone né si è mosso da Brebbia... Lo abbiamo spiegato in una memoria difensiva".Ch.S.