LORENZO CRESPI
Cronaca

No al murale celebrativo sull’ospedale

Un murale che non s’ha da fare. La denuncia arriva da “Varese per l’Italia“, associazione attiva da anni per tramandare...

Un murale che non s’ha da fare. La denuncia arriva da “Varese per l’Italia“, associazione attiva da anni per tramandare...

Un murale che non s’ha da fare. La denuncia arriva da “Varese per l’Italia“, associazione attiva da anni per tramandare...

Un murale che non s’ha da fare. La denuncia arriva da “Varese per l’Italia“, associazione attiva da anni per tramandare la memoria della Varese risorgimentale, a partire dal ricordo della Battaglia di Biumo combattuta nel maggio del 1859. Un evento che come ogni anno sarà celebrato con una commemorazione in centro: la cerimonia per il 166° anniversario è in programma sabato alle 17.30. Ma il sodalizio garibaldino aveva in mente anche di commissionare un murale allo street artist varesino Andrea Ravo Mattoni. Soggetto dell’opera: una rivisitazione di un quadro di Gerolamo Induno che raffigura proprio la battaglia avvenuta a Varese. L’associazione aveva già raccolto il budget necessario a finanziare la realizzazione e aveva anche individuato la location: una parete dell’ospedale Del Ponte che affaccia sulla stazione dello Stato. Duplice la volontà: abbellire un muro grigio e ricordare come in seguito alla battaglia l’ospedale cittadino - all’epoca in via Donizetti - curò sia i feriti italiani che quelli austriaci.

Ma all’ultimo miglio il progetto si è fermato, come spiega il presidente dell’associazione Luigi Barion (nella foto): "La dirigenza di Asst Sette Laghi era entusiasta, ma da Regione Lombardia è arrivato un diniego". Nella comunicazione inviata da Asst a “Varese per l’Italia“ si specifica che il direttore generale del Welfare della Regione (a cui Asst si è rivolta per l’autorizzazione), sentito anche l’assessore, "pur ringraziando per la proposta, comunica di non ritenere opportuna la realizzazione dell’opera". Barion vuole sapere perché: "Abbiamo chiesto la motivazione ma non ci hanno risposto. È un fatto gravissimo che voglio denunciare a tutta la città".

Lorenzo Crespi