Delitto di Varese, la difesa del killer: “Manfrinati poteva vedere il figlio. Lavinia non glielo permetteva”

Fabrizio Busignani, avvocato difensore del 40enne: “Stabilito che potesse vederlo in presenza dei nonni paterni, ogni due settimane. Ma non c'è mai stato modo”

Marco Manfrinati al momento dell'arresto

Marco Manfrinati al momento dell'arresto

Dopo le parole dei familiari delle vittime, la parola passa ai legali. Fabio Ambrosetti, legale della dei Limido, spiega come da almeno due anni Manfrinati tormentasse tutta la famiglia. Gomme tagliate, minacce di morte, insulti, denunce e contro denunce. Il legale, così come Marta Criscuolo, la madre di Lavinia Limido, che oggi piange il marito Fabio morto per difendere la figlia così come ha fatto sempre con tutta la famiglia, è persuaso che Manfrinati avrebbe dovuto essere arrestato un anno fa, così come richiesto della Procura di Varese. Richiesta non accolta.

Fabrizio Busignani, difensore di Manfrinati, per contro parla di un procedimento pendente a carico di Lavinia Limido per sottrazione di minore e di un'altra Ctu, sempre in seno alla causa civile di separazione, che definisce Manfrinati un buon padre. “Era stato sancito che il mio assistito potesse vedere il figlio, in presenza dei nonni paterni, ogni due settimane - spiega l'avvocato - Non c'è stato modo di poter realizzare questi incontri. Rigettati i nostri ricorsi dal tribunale ordinario e dal Riesame nonostante quanto sancito dall'ordinamento europeo sui diritti dei padri. Io non sto esprimendo un giudizio, io metto solo in fila dei fatti. È evidente che quanto accaduto è inconcepibile, sto però asserendo un mal funzionamento generale del sistema”.