REDAZIONE VARESE

Varese, un archeologo al parco per cercare reperti legati al delitto Macchi

Dominic Salsarola, nominato dalla procura generale di Milano, dovrà anche datare i coltelli recuperati durante le precedenti operazioni nel giardino di Masnago

Dominic Salsarola, al centro, al parco Mantegazza

Varese, 3 marzo 2016 - Un archeologo al lavoro nel Parco Mantegazza dove si stanno cercando l'arma del delitto Macchi e gli occhiali di Lidia, la ragazza uccisa con 29 coltellate nel gennaio 1987.

Dominic Salsarola, lo specialista nominato dal sostituto procuratore generale di Milano Carmen Manfredda, titolare del fascicolo, è arrivato questa mattina a Varese e ha subito preso il "comando" delle operazioni.

Suo compito è datare i reperti sequestrati - per ora sei coltelli e un falcetto - e il materiale che potrebbe venire alla luce nei prossimi giorni attraverso le ricerche con metal detector e geo-scanner, nel grande giardino di Masnago, dove sono in corso le ricerche della possibile arma utilizzata per assassinare la giovane studentessa.

Salsarola, che diede il suo contributo in occasione di un altro caso di cronaca nera nel Varesotto, i delitti delle cosiddette Bestie di Satana, dovrà anche accertare, sulla base della conformazione delle buche, se i reperti siano stati sepolti volontariamente sotto terra.

Secondo alcune ipotesi investigative, infatti, Stefano Binda, l’ex compagno di liceo di Lidia Macchi arrestato lo scorso 15 gennaio con l’accusa di aver violentato e ucciso la ragazza 29 anni fa, potrebbe aver nascosto il coltello nell’area verde nei giorni successivi all’omicidio.

Le ricerche nel parco, sotto sequestro, sono cominciate il 15 febbraio e nei giorni scorsi sono stati recuperati le lame che verranno analizzate dal biologo Roberto Giuffrida, l’altro consulente nominato dalla Procura generale di Milano.