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L’ospedale di Gallarate fa scuola. Disturbi respiratori del sonno: studio tra i dieci migliori d’Italia

Obiettivo: proporre un percorso multidisciplinare in grado di migliorare la qualità della vita del paziente .

Le dottoresse Samuela Cattaneo, Simonetta Vernocchi e Marianna Messina dell’equipe gallaratese hanno ricevuto il riconoscimento a Milano

Le dottoresse Samuela Cattaneo, Simonetta Vernocchi e Marianna Messina dell’equipe gallaratese hanno ricevuto il riconoscimento a Milano

È tra i dieci migliori d’Italia il progetto dell’Ospedale di Gallarate riguardante i disturbi respiratori del sonno. Una giuria nazionale di esperti ha premiato lo studio gallaratese promosso da un team multidisciplinare aziendale composto da professionisti afferenti alle unità operative di Medicina e recupero e Rieducazione funzionale. La premiazione si è tenuta nei giorni scorsi a Milano dove si è svolto il meeting organizzato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, presenti le dottoresse Samuela Cattaneo, Simonetta Vernocchi e Marianna Messina, che fanno parte dell’equipe gallaratese.

Dormire male causa sonnolenza diurna e peggiora la qualità di vita e le condizioni generali del soggetto, i disturbi che ne conseguono sono studiati dal Centro gallaratese, un’eccellenza dell’ospedale cittadino. Lo studio trasversale ha indagato la persistenza della sonnolenza diurna nell’apnea notturna, obiettivo proporre un percorso di gestione congiunta da parte dello pneumologo e del fisioterapista respiratorio. I pazienti coinvolti, in carico al Centro dei disturbi respiratori del sonno dell’Ospedale di Gallarate, hanno concluso l’utilizzo di Cpap (macchina che permette la ventilazione continua) da gennaio 2023 a marzo 2024. Tre mesi dopo è stata condotta un’intervista telefonica per valutare la sonnolenza residua, quindi sono stati poi calcolati il numero medio di ore di utilizzo per notte e l’indice Ahi, valore che misura la somma tra apnea parziale e apnea vera e propria.

I pazienti che hanno registrato nell’ambito della scala della sonnolenza diurna un punteggio maggiore di 10 sono stati valutati tramite sistema di telemedicina domiciliare per 15 giorni per verificare l’effettiva quantità di ore di utilizzo per notte e l’indice Ahi, i medesimi dati sono stati rivalutati in ambulatorio a 30 giorni dalla conclusione del telemonitoraggio, insieme ai tracciati grafici registrati da Cpap,relativi al flusso respiratorio, perdite d’aria non intenzionali, pressione di terapia, eventi apnoici residui. Si è dunque arrivati alla conclusione che con utilizzo della Cpap e con un controllo precoce unito a un percorso di rieducazione funzionale si può migliorare la qualità della vita del paziente.

Rosella Formenti