È rimasta solo un’ultima speranza per i 130 lavoratori della Ilma Plastica, azienda di Gavirate di cui il Tribunale di Varese ha dichiarato il fallimento. L’ipotesi dell’esercizio provvisorio, in cui lavoratori e rappresentanti sindacali avevano riposto i loro auspici, è stata infatti scartata dai curatori fallimentari. L’incontro che si è svolto nelle scorse ore nella fabbrica di Oltrona con la proprietà non ha portato all’esito sperato, cioè un ripensamento della decisione del Tribunale con la possibilità di proseguire l’attività aziendale. Resta così solamente un’ultima chance per la ditta attiva nell’automotive, dove si producono stampi per importanti case automobilistiche: solo l’eventuale interesse da parte di potenziali acquirenti può garantire la continuità che consentirebbe di salvaguardare l’occupazione e una storia aziendale lunga quasi 90 anni.
Difficile sapere se questa strada potrà davvero concretizzarsi, anche se ai sindacati è stato detto, dopo l’incontro, che potrebbe succedere qualcosa nell’arco delle prossime due settimane. All’esterno della ditta, mentre si svolgeva la riunione, i lavoratori si sono riuniti in presidio per rimarcare l’importanza per la comunità di un’azienda che dà lavoro a molte famiglie di Gavirate e dei paesi limitrofi. E la stessa grande partecipazione si era vista anche nell’assemblea di lunedì nella sala di Villa De Ambrosis messa a disposizione dal Comune, aperta dalle parole del sindaco Massimo Parola che ha sottolineato la disponibilità dell’amministrazione a supporto dei lavoratori e il coinvolgimento dei sindaci degli altri comuni.
La crisi di Ilma Plastica tra l’altro sarà uno dei punti discussi nel consiglio comunale di venerdì 27 settembre, con una mozione presentata dai consiglieri Lucchina e Bisanti del gruppo Vivere Gavirate.
Intanto sono giorni di attesa per i lavoratori dell’azienda, rimasti in un limbo senza certezze sul futuro né entrate su cui contare. Al momento sono “sospesi“: non percepiscono uno stipendio né ricevono gli ammortizzatori sociali, per effetto del nuovo codice delle crisi sul quale il giudizio della Cgil di Varese è fortemente negativo: "Fa ricadere la responsabilità della scelta sui lavoratori". In mancanza di acquirenti potrà scattare il licenziamento collettivo. Ma già da ora i dipendenti possono dare le dimissioni per giusta causa, con la Filctem che sta seguendo la vicenda con il suo Ufficio vertenze. Una decisione appunto non semplice, visto che la situazione non si è ancora delineata completamente.