“Kojak” e “D’Artagnan” gli altri finiti alla sbarra

I militari avevano già catturato in flagranza di reato altri membri della banda e trovato 50 chili di sostanze

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La banda in questione spacciava droga nella zona del legnanese ormai da anni. I carabinieri avevano già arrestato in flagranza di reato tre persone, due italiani un albanese. Soltanto in seguito si è compreso che erano già parte del gruppo con base a San Giorgio su Legnano. Di questi l’italiano di 28 anni fu fermato con oltre 7 chili di cocaina. L’altra operazione riguarda la questione legata a “Boxes“, con cui i carabinieri hanno di fatto smantellato molto del traffico di stupefacenti nell’alto milanese. Le indagini erano iniziate nel settembre del 2018 e avevano portato a bloccare un sodalizio criminale che operava sull’asse Novara–Turbigo –Legnano, per un traffico di oltre 50 chilogrammi di cocaina che venivano immessi nel mercato dello spaccio del Nord Milanese e nelle province di Varese, Mantova e Reggio Emilia. In aula le 15 persone arrestate. Qualcuno ha chiesto il patteggiamento mentre i vertici della banda hanno chiesto il rito abbreviato. Fra di loro il 38enne, detto il “Mulo“, il padre 59enne, detto “Netturbino“ e la madre 58enne, la cosiddetta vedetta destinataria di un provvedimento di obbligo di dimora. Ma alla sbarra ci sono anche alcune figure di Legnano come il 33enne soprannominato “Kojak“, la moglie 29enne albanese che lavorava come addetta nel negozio di abbigliamento del marito in pieno centro di Legnano e il padre di lui il 57enne sardo detto “d’Artagnan“ per via dello strano pizzetto che portava sul volto. Insieme a loro R.S. 68enne legnanese, detto “il Padrino“, M.S. 47enne legnanese, detto il “Mongolese“. Della banda facevano parte anche altri spacciatori come un 46enne di Gorla Maggiore, detto “Professore“, già arrestato ad ottobre del 2018 e trovato in possesso di 1 chilogrammo di cocaina e 60mila euro in contanti. Un 28enne albanese di Legnano ed un 39enne marocchino, residente a Poggio Rusco nel Mantovano.