
Il tribunale di Busto Arsizio
BUSTO ARSIZIO – Un sistema giudiziario allo stremo, paralizzato da ritardi che dilatano all’infinito i tempi per ottenere giustizia, mentre si moltiplicano i casi lasciati marcire in un limbo burocratico senza uscita. È la fotografia impietosa scattata dall’Ordine degli Avvocati di Busto Arsizio, che ha preso carta e penna per lanciare un appello diretto e accorato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un grido d’allarme che suona come un ultimatum: il sistema è al collasso e non c’è più tempo da perdere.
La denuncia è durissima: udienze rinviate fino al 2031, procedimenti che – nella più rosea delle ipotesi – si chiudono dopo sette o otto anni, diecimila ricorsi per decreti ingiuntivi ancora sospesi. Intanto, oltre 50 milioni di euro restano congelati, bloccando liquidità vitale per le imprese, mentre 8 milioni di parcelle legali attendono di essere pagate. Un’ingiustizia nella giustizia, che calpesta i diritti dei cittadini onesti e dei piccoli imprenditori, mentre strizza l’occhio ai furbi e ai debitori seriali.
Il sistema economico del Varesotto è a rischio collasso. Non è una metafora, ma la cruda realtà contenuta nella lettera: “Il rischio concreto – scrivono gli avvocati – è quello di mettere in ginocchio l’intero tessuto produttivo del territorio”. E il quadro è ancor più preoccupante se si considera che il Tribunale di Busto Arsizio serve un bacino di 380mila persone e un’area strategica dove operano decine di migliaia di imprese e sorge un’infrastruttura cruciale come l’aeroporto di Malpensa.
A tutto questo si aggiunge l’indifferenza delle istituzioni centrali: “Inutili si sono rivelate sino ad oggi le interlocuzioni con il Ministero della Giustizia”, denuncia l’Ordine, evidenziando il silenzio assordante di chi avrebbe il dovere di intervenire. E allora l’appello si fa disperato, ma lucidissimo: “La situazione è insostenibile, la soluzione improcrastinabile”. O si interviene ora, o si decreta la fine dello Stato di diritto.